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La Fiom Cgil chiama alla mobilitazione e denuncia l’anno disastroso degli operai Stellantis di Melfi: Turno di notte cancellato e stipendi dimezzati
POTENZA – Allo stabilimento Stellantis di Melfi (Potenza) “ormai il turno di notte è strutturalmente cancellato, gli stipendi si aggirano sui 900\800 euro, stipendi che non potranno garantire una serenità tra i lavoratori e le loro famiglie. Inoltre la continua ricerca dell’efficientamento da parte di Stellantis sta peggiorando le condizioni di lavoro, di salute e sicurezza.”
A denunciarlo la segretaria generale Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita, nel corso dell’attivo delle delegate e dei delegati dello stabilimento Stellantis per fare il punto sulla situazione industriale, produttiva e occupazionale in considerazione delle ulteriori fermate produttive, “motivo – ha spiegato – della riduzione del salario e della precarietà occupazionale che regna ormai tra i lavoratori dello stabilimento.” La Fiom, durante la riunione, ha aggiornato gli RLS sulle riunioni avvenute con la direzione in seguito agli scioperi e alle segnalazioni inviate agli enti esterni riguardo alle condizioni di salute e sicurezza in risposta alle numerose lamentele delle lavoratrici e dei lavoratori sul continuo arretramento su queste questioni all’interno del sito produttivo lucano.
SUL FUTURO DEGLI OPERAI STELLANTIS DI MELFI «NECESSARIO AVERE RISPOSTE CONCRETE»
“È necessario – ha aggiunto Calamita – avere risposte concrete sia sulla perdita del salario sia sul futuro occupazionale e sulle prospettive industriali oltre al miglioramento delle condizioni di lavoro e di vita. Il silenzio del ministro Urso dopo le promesse di produrre 1 milione di auto nel nostro paese e 400 mila veicoli commerciali è ancora ferma, non se ne hanno più traccia. La Fiom Cgil ribadisce la necessità di organizzare una grande manifestazione con lo sciopero sindacale unitario per tutto il settore automotive perché il governo dovrà affrontare la situazione industriale anche con le imprese dell’indotto oltre che con Stellantis, affinché le produzioni non vengano spostate dall’Italia, perché tutti gli stabilimenti hanno bisogno di volumi produttivi e non più di cassa integrazione. Bisogna mettere al centro una politica industriale che garantisca occupazione, salario e migliori condizioni di lavoro, salute e sicurezza.”
La Fiom Cgil Basilicata è coinvolta con la Cgil nella campagna referendaria contro la precarietà sul lavoro che produce infortuni e morti. A margine dell’attivo tutto il gruppo dirigente del sindacato dei metalmeccanici ha presidiato l’ingresso dello stabilimento per sensibilizzare lavoratrici e lavoratori circa i referendum popolari promossi dalla Cgil invitando a sostenerli convintamente con la propria firma.
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