Lo stabilimento Fca a Melfi (PZ)
4 minuti per la letturaDopo l’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juve lo stabilimento del Potentino si ferma. Fim, Uilm, Fismic e Ugl: vicenda che nulla ha a che fare con il lavoro e con i lavoratori
POTENZA – L’Usb – Unione sindacale di base ha proclamato lo sciopero allo stabilimento Fiat Chrysler (Fca) di Melfi, dalle ore 22 di domenica 15 luglio fino alle ore 6 di martedì 17 luglio per ragioni di “iniquità” legate all’acquisto di Cristiano Ronaldo da parte della Juventus. “E’ inaccettabile che mentre ai lavoratori di Fca e Cnhi l’azienda continui a chiedere da anni enormi sacrifici a livello economico – si legge in un comunicato sindacale – la stessa decida di spendere centinaia di milioni di euro per l’acquisto di un calciatore. Ci viene detto che il momento è difficile, che bisogna ricorrere agli ammortizzatori sociali in attesa del lancio di nuovi modelli che non arrivano mai. E mentre gli operai e le loro famiglie stringono sempre più la cinghia la proprietà decide di investire su un’unica risorsa umana tantissimi soldi”.
La Usb aggiunge che “siamo tutti dipendenti dello stesso padrone ma mai come in questo momento di enorme difficoltà sociale questa disparità di trattamento non può e non deve essere accettata”, soprattutto perché “gli operai Fiat hanno fatto la fortuna della proprietà per almeno tre generazioni, arricchiscono chiunque si muova intorno a questa società, e in cambio hanno ricevuto sempre e soltanto una vita di miseria”.
Secondo l’organizzazione la proprietà “dovrebbe investire in modelli auto che garantiscano il futuro di migliaia di persone piuttosto che arricchirne una soltanto, questo dovrebbe essere il fine di chi mette al primo posto gli interessi dei propri dipendenti”.
“È incredibile che in una fase così delicata del gruppo Fca, a partire dello stabilimento di Melfi, qualcuno proclami lo sciopero su di una vicenda che nulla ha a che fare con il lavoro e con i lavoratori”. Così in una nota i sindacati Fim, Uilm, Fismic e Ugl, in merito allo sciopero indetto dall’Usb per protestare contro l’acquisto del calciatore Cristiano Ronaldo da parte della Juventus. “Mentre alcuni lavorano quotidianamente affinché si possano costruire le basi per il futuro industriale dello stabilimento di Melfi, alla luce del nuovo piano industriale presentato dall’a.d. Marchionne il 1 giugno 2018, altri, sedicenti sindacati, per mera pubblicità giochino sulla pelle e sul futuro dei lavoratori”.
“Fortunatamente, i lavoratori di Melfi, oltre ad aver dimostrato negli anni di essere persone serie, hanno quella maturità e quella responsabilità di affermare attraverso il loro impegno quotidiano che questo fantomatico sciopero, oltre a ledere l’immagine risulta essere fuorviante rispetto alle problematiche vere, ovvero il lavoro, che da sempre rappresenta il fulcro e l’obiettivo nobile di ciascuna vera organizzazione sindacale affinché si possa affermare che il lavoro è davvero un bene comune”, concludono Fim, Uilm, Fismic e Ugl.
“A nostro giudizio gli scioperi dichiarati negli stabilimenti Fca di Pomigliano e di Melfi, proclamati da sigle minori per protestare contro l’acquisto di Ronaldo da parte della Juventus, non hanno una natura autenticamente sindacale e stanno trovando un’eco mediatica del tutto spropositata”. Lo afferma Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm responsabile dei settori auto ed elettrodomestici.
“Lo sciopero – argomenta il sindacalista – è un diritto fondamentale di rilevanza costituzionale, che va utilizzato con grande serietà e che comporta un sacrificio salariale da parte dei lavoratori, un sacrificio che si giustifica quando ci sono diritti concreti da difendere. L’acquisto di Ronaldo non solo non concerne i diritti dei lavoratori, ma non riguarda nemmeno l’azienda in cui è stato proclamato, giacché Fca e Juventus sono società completamente distinte. In ogni caso sarà la adesione dei lavoratori, che immaginiamo molto modesta, a dimostrare quanto poco rilevante nella realtà sia questa vicenda. L’attenzione spropositata dei media – aggiunge Ficco – corre il rischio di dare un’immagine completamente rovesciata e grottesca della vita di fabbrica, delle aspettative dei lavoratori e delle dinamiche sindacali”.
“Oggi a Torino – conclude il sindacalista della Uilm – si sta riunendo un network sindacale internazionale dei sindacati presenti in Fca e in Cnhi, che chiede alla dirigenza aziendale di avviare un dialogo; è di questo che a nostro avviso si dovrebbe parlare se si vuole davvero provare a portare su un piano di parità il confronto fra capitale e lavoro”.
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