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Lo stabilimento Fiat Chrysler a Melfi (PZ)

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Altri 9 giorni di sospensione attività tra il 14 e il 20 ottobre. La decisione riguarda anche stavolta le linee produttive di Renegade e 500X

POTENZA – Dalla speranza al tonfo: due giorni fa, secondo quanto promesso in agosto dalla Giunta regionale, si sarebbe dovuto inaugurare il Campus di Melfi – era stato invitato il ministro De Vincenti che però nel suo giro lucano dell’altro ieri non è passato di qui –, ora invece arriva un’altra doccia fredda dell’ennesimo ciclo di cassa integrazione per 6.345 lavoratori dello stabilimento Fca di San Nicola. Anche stavolta l’azienda motiva il ricorso alla casa con «la necessità di adeguare i flussi produttivi delle vetture Jeep Renegade e Fiat 500 x alla temporanea contrazione della diretta domanda di mercato»: di qui «la sospensione dell’attività» nello stabilimento potentino  con richiesta di cassa integrazione ordinaria dalle ore 6 del 14 ottobre alle ore 6 del 16 ottobre; dalle ore 14 del 21 ottobre alle ore 6 del 23 ottobre; dalle ore 14 del 28 ottobre alle ore 6 del 30 ottobre.

Altri 9 giorni di sospensione attività tra il 14 e il 20 ottobre

 L’ultimo ciclo di Cassa integrazione per i dipendenti della Fca di Melfi è ancora in corso: iniziato il 3 settembre, si articolerà in 5 fasi fino al 2 ottobre, sempre per l’adeguamento dei flussi produttivi dei 2 modelli alla domanda di mercato.

 La Uilm Basilicata fa sapere che «la sospensione dell’attività riguarderà tutto il personale addetto e collegato al ciclo produttivo dei modelli Jeep Renegade e Fiat 500x». Secondo il sindacato, «il ricorso alla cigo anche sui modelli Jeep Renegade e Fiat 500x crea forti preoccupazioni: è necessario un immediato confronto con Fca. Non è più rinviabile, a questo punto, come la Uilm sostiene ormai da mesi, avviare un confronto al fine di saturare gli impianti».  

La decisione riguarda anche stavolta le linee produttive di Renegade e 500X

 Anche la Cisl manifesta «una preoccupazione fisiologica per il nuovo ciclo di cassa integrazione annunciato oggi da Fca», ma il segretario regionale della Fim, Gerardo Evangelista, aggiunge: «Siamo anche consapevoli delle grandi potenzialità che Melfi può esprimere su scala globale. La ripresa del confronto con l’azienda – aggiunge – era importante ieri e lo è ancora di più oggi alla luce della nuova cigo per ragionare sul futuro di Melfi dentro la più complessiva strategia nazionale del gruppo. Abbiamo fatto una battaglia per ottenere gli investimenti e gli operai la prima sfida l’hanno vinta: ora c’è bisogno di saturare gli impianti e di andare a capo sulla linea della Punto. Per la Fim – conclude Evangelista – la via maestra resta quella dell’innovazione continua di processo e di prodotto con un protagonismo sempre più attivo e qualificato dei lavoratori».

«L’ennesimo episodio di comunicazione della cassa integrazione allo stabilimento Fiat di Melfi non solo preoccupa ma richiede un urgente confronto con l’azienda – dichiarano il segretario generale Cgil Basilicata  Angelo Summa e il segretario generale Fiom Cgil Basilicata Roberto D’Andrea –. Cosa ne resta della mera pubblicitá dei mesi e degli anni passati sullo stabilimento dei record e della visita di Renzi? Quello che emerge è un reale problema dal punto di vista produttivo che necessita un confronto con le altre sigle sindacali e con l’azienda affinchè si assicurino produzioni in grado di confrontarsi sul mercato e futuro allo stabilimento. Nell’immediato Fiom può già avanzare delle proposte in grado di garantire lavoro per tutti a parità di volumi prodotti. Basti pensare che solo reintroducendo i 10 minuti di pausa tagliati dalla Fiat, permetterebbe di garantire l’occupazione e migliori condizioni di lavoro, soprattutto per i lavoratori di Melfi che tanto hanno dato al gruppo in questi anni. Urge un confronto per salvaguardare il polo produttivo dell’auto lucano, viste le grandi capacità produttive presenti alla Fiat di Melfi e all’indotto».  

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