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Un'aula dell'Unibas

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Le sei strutture primarie lucane senza i requisiti nella qualità della ricerca e nella progettualità organizzativa e didattica. Ora in 180 si divideranno 271 milioni di euro

POTENZA – 271 milioni di euro, da dividere per 180. Una bella cifra – poco più di un milione e mezzo a testa – premiale. E’ quanto il Ministero dell’Università e della Ricerca mette a disposizione  – come determinato dal bilancio di previsione dello Stato 2017 e dal bilancio pluriennale per il triennio 2017-2019 –  a favore di  Dipartimenti delle università statali per incentivarne l’attività. 

Si tratta di  Dipartimenti che si caratterizzano per l’eccellenza nella qualità della ricerca e nella progettualità scientifica, organizzativa e didattica, ma anche  con riferimento alle finalità di ricerca di «Industria 4.0».

La notizia – in un certo senso sorprendente – è che nessuno dei Dipartimenti dell’Università degli Studi della Basilicata ha superato lo standard minimo  per entrare nella prima graduatoria, composta da 352 dipartimenti, dalla quale poi una commissione giudicatrice sceglierà i 180 beneficiari dei fondi, sulla base delle domande presentate.

Eppure il numero dei Dipartimenti lucani è consistente  per le dimensioni dell’università, ed anche la qualità di essi è storicamente provata o, comunque, assurge sempre a motivo di vanto della classe politica dirigenziale della regione. Ma evidentemente per l’Agenzia Nazionale di Valutazione del Sistema Universitario e della Ricerca, che forma la graduatoria, non è così.

Dal 2012 all’Unibas sono state istituite sei strutture primarie (quattro dipartimenti e due scuole), nelle quali sono state comprese le funzioni dei 12 Dipartimenti e delle 8 Facoltà preesistenti.

Nel dettaglio, nessuno tra il Dipartimento delle Culture Europee e del Mediterraneo: architettura, ambiente, patrimoni culturali, il Dipartimento di Matematica, Informatica ed Economia, il Dipartimento di Scienze, il Dipartimento di Scienze Umane, la scuola di Ingegneria, la scuola di Scienze Agrarie, Forestali, Alimentari ed Ambientali, per l’attività svolta nel periodo dal 2011 al 2014, ha ricevuto una valutazione della qualità della ricerca utile per entrare addirittura nella prima scrematura dei 352.

In buona sostanza, una volta ricevuta dal ministero la comunicazione di essere inserito nelle università della prima graduatoria, ciascun ateneo, entro il 31 luglio di quest’anno, deve presentare la domanda di ammissione al finanziamento sulla base di un progetto dipartimentale di sviluppo, avente durata quinquennale, e relativo agli obiettivi  di  carattere  scientifico, all’utilizzo del finanziamento per il reclutamento del personale docente, o tecnico  e amministrativo,  alla premialità,   all’investimento  in  infrastrutture  per  la ricerca;  allo  svolgimento  di  attivita’  didattiche   di   elevata qualificazione; alla presenza di eventuali cofinanziamenti attribuiti al progetto dipartimentale. 

Ma il problema di scervellarsi a presentare una domanda idonea –  all’Unibas – nemmeno si pone dal momento che nessuna delle sei strutture primarie è riuscita a entrare nei primi 352 d’Italia: un primato del quale certamente non ci si potrà vantare.

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