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C’è anche un lungo riferimento alla Basilicata nell’intervista del Sole24Ore all’amministratore delegato del cane a sei zampe

ROMA – «L’Europa deve pensare a una diversificazione, ad assicurare complementarità rispetto al gas proveniente dalla Russia”; deve «scommettere, e convintamente, sul Sud”: «non possiamo permetterci di avere degli interlocutori deboli perché la debolezza dell’Africa o del Mediterraneo diventa una debolezza fortissima per il Vecchio Continente». Lo dice – in un’intervista al Sole 24 Ore – Claudio Descalzi, amministratore delegato di Eni. «Non possono esserci strategie nazionali energetiche in Europa – afferma – perché nessun Paese ha una sua autosufficienza. Bisogna puntare su strategie comuni per garantirsi una reale sicurezza dal punto di vista degli approvvigionamenti. E questa sicurezza viene dalla diversificazione e dalla giusta scelta del mix energetico, che per noi è rappresentato da gas e rinnovabili». Ha mai pensato di lasciare la Libia? «E’ un territorio molto complicato – risponde Descalzi – ma, come altri Stati, penso all’Egitto, all’Algeria, al Congo, alla Nigeria, all’Angola, ci ha dato moltissimo. Mai e poi mai, dunque, lasceremmo e non sosterremmo Paesi che hanno fatto crescere l’Eni e l’Italia e ci hanno aiutato moltissimo».  

In riferimento al centro oli in Basilicata, Descalzi sottolinea che «in Val D’Agri c’è stata una collaborazione oggettivamente costruttiva e molto aperta con la magistratura almeno per riuscire a rimettere in produzione l’impianto», “essere colpiti in casa propria e in un territorio caro e importante come la Val D’Agri, è stata una ferita molto profonda. Ciò detto, vogliamo andare fino in fondo a questo processo per verificare insieme alla magistratura, sperando di dimostrare che abbiamo agito al meglio».

 

 

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