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La pioggia e l’acqua del Basento non bastano a far fronte alla crisi idrica: ancora restrizioni. Confermate le 10 ore di erogazione idrica fino a mercoledì nei comuni ex Camastra
POTENZA – Ancora 3 giorni di erogazione idrica ridotta ad appena 10 ore: dalle 7 alle 17. Poi dipenderà dalle piogge di queste ore.
Diffuso ieri (8 dicembre 2024), infatti, il comunicato di Acquedotto Lucano spa sulle nuove interruzioni idriche disposte nei comuni alle prese col prosciugamento dell’invaso del Camastra. Vale a dire Potenza , Acerenza, Anzi, Avigliano, Albano di Lucania, Banzi, Baragiano, Brindisi Montagna, Campomaggiore, Cancellara, Castelmezzano, Forenza, Genzano di Lucania, Laurenzana, Maschito, Oppido Lucano, Picerno, Pietragalla, Pietrapertosa, Pignola, Potenza, Ruoti, San Chirico Nuovo, Satriano di Lucania, Tito, Tolve, Vaglio Basilicata e Trivigno, in provincia di Potenza. Più Irsina e Tricarico in provincia di Matera.
LA NOTA DI ACQUEDOTTO LUCANO
«Acquedotto Lucano – si legge nella nota diffusa dalla società di proprietà di Regione e 116 comuni lucani su 131 che gestisce il servizio idrico in Basilicata – sta monitorando costantemente la disponibilità di acqua dalle varie fonti di approvvigionamento, al fine di poter garantire fasce di erogazione quanto più possibili ampie e ridurre al minimo gli inevitabili disagi».
Al spa ricorda, infine, che l’erogazione nei comuni colpiti dalla crisi idrica non viene garantita soltanto con i tanto discussi prelievi di emergenza dal fiume Basento. Bensì da un mix di acque provenienti dalle sorgenti di Fossa Cupa, San Michele, Schema Agri, oltre che dal Basento, trattate nel potabilizzatore di Masseria Romaniello, nella periferia di Potenza.
Questa mattina in Regione prevista una conferenza stampa “allargata” ai sindaci dei comuni interessati dall’emergenza dell’unità di crisi presieduta dal governatore Vito Bardi, già nominato dal governo commissario straordinario per l’emergenza, con il superconsulente chiamato da Al spa per convalidare i processi di potabilizzazione adottati. Vale a dire il direttore del Centro nazionale sicurezza delle acque dell’Istituto superiore di Sanità, Luca Lucentini.
L’attesa, quindi, pare rivolta proprio all’annuncio di possibili estensioni dell’erogazione idrica, dopo le conferme sulla potabilità di quanto immesso nei rubinetti arrivate nei giorni scorsi da più parti. Inclusi i laboratori dell’Agenzia regionale di protezione dell’ambiente della Campania incaricati dalla procura della Repubblica di Potenza.
L’INVASO DEL CAMASTRA ANCORA VUOTO
A oggi, in realtà, l’invaso del Camastra si presenta ancora sostanzialmente vuoto e pertanto non può contribuire all’alimentazione dello schema idrico.
Dopo le precipitazioni degli ultimi giorni, però, comincia a registrarsi una leggera inversione di tendenza che può far sperare in un miglioramento per l’immediato futuro. D’altronde in due giorni sono già piovuti nella zona a monte della diga del Camastra circa 35-40 millimetri di pioggia che sono superiori al quantitativo piovuto nell’intero mese di novembre.
Per farsi un’idea basta pensare che dal minimo di 330mila metri cubi di acqua invasata registrato dal gestore della diga, Acque del Sud spa, il 22 novembre, si è passati a 430mila metri cubi il 6 dicembre, che è il giorno dell’ultima rilevazione. Dunque un incremento di 100metri cubi, destinato ad aumentare ancora per effetto delle piogge di ieri.
Fino ad ora, poi, c’è da considerare che il terreno, all’asciutto da mesi, ha assorbito molto, pertanto il quantitativo arrivato in diga è stato minimo. Con queste piogge un po’ più continue, quindi, c’è la possibilità concreta che si attivino quei meccanismi che gli addetti ai lavori chiamano di «ruscellamento superficiale». Con la formazione di deflussi nei torrenti che alimentano la diga del Camastra e un più rapido incremento del volume invasato. Al ché al mix pompato al potabilizzatore di Masseria Romaniello potrebbe tornare a contribuire anche l’invaso.
LA POTABILITA’ DEL BASENTO
Ieri (8 dicembre 2024) sulle conferme alla potabilità dell’acqua immessa in rete che sono arrivate dalle analisi disposte dalla procura, oltre che da quelle disposte dal Comune di Tricarico, e altri laboratori privati, è tornato a intervenire il direttore generale dell’Arpab Donato Ramunno. Rivendicando la professionalità e la correttezza del personale Arpab che erano state messe in dubbio, nei giorni scorsi, proprio rispetto alle sue analisi sull’acqua. A causa dell’annosa questione del mancato accreditamento del laboratorio dell’agenzia.
«Anche le analisi dell’acqua commissionate dal sindaco di Tricarico hanno confermato i risultati dei laboratori di Arpab: nessun parametro supera i limiti di legge, l’acqua risulta essere potabile». Così il dg in un post su Facebook. «Ringrazio, da lucano prima che da dg, lo straordinario impegno profuso da tutti i tecnici di Arpab, nessuno escluso. Hanno fatto, e continueranno a fare, un lavoro straordinario, e chi non ne riconosce il valore non rende giustizia a persone serie, competenti, ma soprattutto per bene, che lavorano silenziosamente e all’ombra, molte volte criticate, infangante, denigrate».
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