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L'ex Itrec di Rotondella

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È allarme a Rotondella nell’area dell’ex Itrec rilevate tracce di uranio e scatta il sequestro. Ma Isin rassicura: «Nessun pericolo per lavoratori, ambiente e popolazione»


ROTONDELLA (POTENZA) – Tracce di uranio arricchito di provenienza sconosciuta nel terreno di scavo ammonticchiato dal 2014 nel vecchio sito nucleare dell’Itrec di Rotondella.
È questa la scoperta che giovedì ha fatto scattare il sequestro di «un area di circa 600 metri quadri». L’area è all’interno del perimetro dell’ex Impianto di trattamento e rifabbricazione elementi di combustibile nucleare, gestito dal 2006 dalla Sogin spa. Vale a dire la società di proprietà del Ministero dell’economia impegnata nelle attività di smantellamento dei siti nucleari italiani dismessi dopo il referendum del 1987.

A renderlo noto i militari del Nucleo operativo ecologico dei carabinieri di Potenza. I carabinieri assieme ai colleghi del Nucleo radioattivi del Comando per la tutela ambientale e la sicurezza energetica di Roma hanno dato esecuzione a un decreto emesso dalla procura della Repubblica di Matera.
«Il provvedimento giudiziario – si legge in un comunicato diffuso dal comandante del Noe di Potenza, Giovanni Savini – scaturisce all’esito di una serie di verifiche effettuate, nel corso del tempo e su delega della procura materana, dai carabinieri del Noe e dall’Ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin). Venivano effettuati una serie di campionamenti di terreno, prelevati da alcuni cumuli (circa 1500 metri cubi), stoccati in un’ area del sito, in attesa delle previste procedure di analisi, finalizzate al successivo smaltimento, quali rifiuti convenzionali (terre e rocce da scavo) presso impianti esterni al sito nucleare».

URANIO A ROTONDELLA, LA PROVENIENZA SECONDO I CARABINIERI

Il maggiore dei carabinieri parla di materiali «provenienti verosimilmente dalle attività di scavo effettuate per la realizzazione di alcuni manufatti, rientranti nell’attività di decommissioning». Ma ricorda che «la presenza di tali cumuli (cosiddette collinette) era già stata oggetto di segnalazione e di approfondimento investigativo da parte dei Carabinieri del Noe di Potenza, sin dal mese di maggio 2022». Il tutto a seguito di un’ispezione «disposta dell’allora Ministro dell’ambiente e della transizione ecologica, e finalizzata a documentare lo stato di sicurezza del citato impianto Itrec e le corrette modalità di smaltimento dei rifiuti radio attivi e di quelli convenzionali, previa effettuazione di specifiche analisi, finalizzate ad accertarne eventuale presenza di contaminazione».

Nella nota si aggiunge che al termine di queste verifiche avviate nel 2022 i tecnici avevano accertato «alcune criticità». Tali da indurre «i militari del Noe a sollecitare, previa verifica analitica, lo smaltimento dei rifiuti, suddivisi in 4 lotti, da tempo (almeno dal 2014), ivi stoccati».
Operazioni di smaltimento, quindi, effettuate «senza criticità» per tre lotti fino a dicembre 2023. In questa data la stessa Sogin, in relazione al lotto numero 4, «comunicava all’Isin che le analisi, propedeutiche allo smaltimento delle terre, avevano rilevato la presenza di uranio arricchito U234».

LE VERIFICHE EFFETTUATE AD INIZIO 2024

«L’“alert” induceva l’Ispettorato per la sicurezza nazionale – prosegue ancora la nota – a sospendere il nulla osta al conferimento (in impianti esterni, ndr) del lotto numero 4. Riservandosi, unitamente ai carabinieri del Noe, di effettuare ulteriori accertamenti. Atteso che quella tipologia di radionuclide, seppur in minime concentrazioni, non rientrava nei processi normalmente realizzati nell’impianto Itrec di Rotendella».

Il personale dell’Isin avrebbe effettuato le verifiche sulla segnalazione di Sogin, pertanto, il 21 e 22 febbraio 2024, «con il coordinamento della Procura di Matera». Verifiche che hanno confermato «la presenza di uranio arricchito U234 – U235 non riconducibile ai radionuclidi uranio – torio in deposito presso il sito gestito dalla Sogin».
«I livelli di contaminazione rilevati, come certificato dall’Ispettorato per la sicurezza nucleare e la radioprotezione (Isin) – concludono i carabinieri del Noe -, non rappresenterebbero un pericolo immediato per i lavoratori, per l’ambiente e la popolazione».

L’area sequestrata, ad ogni modo, sarà posta in sicurezza secondo le indicazioni dell’Isin.
Nel 2013 oltre un chilo e mezzo di uranio arricchito che era custodito dagli anni ‘70 all’Itrec di Rotondella era stato portato via. Attività svolta nell’ambito di un programma a guida Usa per la riduzione globale dei rischi collegati alla presenza in siti civili di materiali idonei alla realizzazione di ordigni atomici. Da allora l’inventario nazionale dei rifiuti radioattivi segnala la presenza, a Rotondella, soltanto di rifiuti a media e bassa radioattività.

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