Operai davanti allo stabilimento Stellantis
3 minuti per la letturaSAN NICOLA DI MELFI – Un secondo annuncio di cassa integrazione che stavolta preoccupa. A causa della «mancanza di componenti essenziali alla produzione» – questo l’annuncio dei sindacati Fim, Uilm e Fismic – nello stabilimento Stellantis di Melfi la produzione sarà sospesa dalle 6 di lunedì 15 febbraio alle 6 di mercoledì 17 febbraio. Sono gli stessi sindacati a comunicare che un’altra fermata è prevista dalle 6 di lunedì 22 febbraio alle 6 di mercoledì 24 febbraio.
I circa settemila lavoratori della fabbrica lucana sono in cassa integrazione dallo scorso 8 febbraio e lo stop alla produzione sarebbe dovuto terminare proprio con il primo turno di lunedì 15 febbraio.
Nella nota congiunta, i rappresentanti sindacali hanno evidenziato che «la comunicazione arriva a distanza di 24 ore dalla precedente in cui si annunciava in via preventiva il programma produttivo di febbraio e marzo senza previsioni di fermata alcuna nel mese corrente. Riteniamo che tale situazione non sia più sostenibile».
Dello stesso parere anche la Fiom Cgil: «Inaccettabile la comunicazione ricevuta da Stellantis, che in netta contraddizione con gli impegni presi appena il giorno prima, prospettando una situazione produttiva per febbraio senza fermate collettive dei lavoratori, annuncia 4 giorni di fermate collettive a febbraio per mancato approvvigionamento dei semiconduttori cinesi. I giorni comunicati sono 15 e 16 febbraio e 22 e 23 febbraio per tutti i turni. Si fa fatica a credere che su un tema così critico ci sia una tale superficialità di programmazione, è complesso credere che una azienda multinazionale strutturata a tutti i livelli, su temi di questa rilevanza cambi decisione in meno di 12 ore. Chiediamo quindi all’azienda di tenere fede agli impegni presi nella riunione di ieri circa la maturazione degli istituti contrattuali dei lavoratori per sgombrare il campo da ogni possibile retropensiero rispetto alle comunicazioni ricevute. Si tratta in questo caso di comunicare ai lavoratori che non sono un “di cui” e che rispetto alla responsabilità sociale delle imprese ci si faccia carico di un pezzo del loro sacrificio: siamo ancora nei tempi per assumere decisioni straordinarie che rispondano a situazioni straordinarie».
Molto critico il commento anche dell’Usb: «È dall’inizio del 2016 che gli operai di Melfi sono tartassati dal continuo ricorso alla cassa integrazione, causato dal costante calo di produzione, in tutto questo tempo sono stati rarissimi i momenti in cui si è prodotto con la forza lavoro al completo. Un dato estremamente pesante per le tasche degli operai (ogni dipendente ha perso mediamente 25 mila euro), ma i sindacati filopadronali continuano a dichiararsi entusiasti. Cinque anni in cui la produzione è crollata drasticamente, passando dalle quasi 400 mila vetture realizzate nell’anno più produttivo alle 220 mila del 2020».
Di tutt’altro parere il segretario dell’Ugl metalmeccanici di Potenza, Giuseppe Palumbo e la segretaria dell’Ugl lucana della federazione, Florence Costanzo, che sottolineano invece come «dal 15 febbraio al 28 febbraio non sono previste chiusure collettive dello stabilimento; si adotterà il sistema di rotazione della Cigo per tutti i lavoratori: così facendo si permetterà, anche di poter attivare la formazione dei dipendenti per la linea Jeep Compass in prospettiva di una eventuale partenza del 3º turno per i mesi a venire; sarà garantita la maturazione dei ratei; per il mese di marzo non sono previste sospensioni di attività di intere settimane salvo complicazioni, bensì solo di alcuni giorni infrasettimanali.
«L’auspicio dell’Ugl – concludono i segretari – è che con l’insediamento del nuovo Governo Draghi, avvenga l’atteso passaggio necessario affinché si riprenda la vendita dell’automotive e per preparare il terreno a un futuro di piena occupazione».
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA