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L'ospedale San Carlo di Potenza

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Diversi i rilievi della sezione di controllo della Corte dei conti sul bilancio 2022 dell’azienda ospedaliera: niente sconti per la sanità di Potenza


POTENZA – Conti in rosso e approvati «tardivamente». Superamenti dei tetti di spesa regionali per farmaci e dispositivi sanitari. Eccessivo uso del contante nei pagamenti per prestazioni privastiche, e criticità negli inventari.
Sono queste le «criticità» evidenziate dalla sezione di controllo della Corte dei conti della Basilicata, presieduta da Giuseppe Tagliamonte, al bilancio 2022 dell’Azienda sanitaria ospedaliera San Carlo (Aor).

I magistrati contabili hanno ripreso in mano entrate e uscite del San Carlo dopo tre anni.
All’epoca, esaminando i bilanci 2019 i giudici avevano intimato di adottare entro 60 giorni «i provvedimenti idonei a rimuovere le irregolarità e criticità riscontrate». Questa volta, invece, parlano di «attuare tempestivamente interventi strutturali in grado di recuperare le perdite». Oltre a: «evitare ricorsi impropri a proroghe contrattuali e a procedure negoziate asseritamente giustificate dall’infungibilità dei beni e dei servizi». E poi: a «dare tempestiva attuazione alle opportune iniziative per garantire la tracciabilità dei pagamenti delle prestazioni rese in intramoenia»; ad assicurare «il rispetto del limite di spesa per il personale»; a monitorare le «ferie maturate e non godute»; e «a a completare l’attività di gestione inventariale».

I RITARDI

Nella relazione, depositata in segreteria mercoledì, si sottolinea che «il bilancio di esercizio 2022 risulta essere stato approvato dall’azienda ospedaliera il 28 dicembre 2023 (…) ben oltre i termini del 30 aprile prescritti dalla normativa vigente (…), con un ritardo di 242 giorni».
«Lo stesso risulta, poi – prosegue la relazione, approvato dalla giunta Regionale il 22 febbraio 2024 (…) ben oltre i termini del 31 maggio prescritti dalla normativa vigente (…), con un ritardo di 267 giorni».
I giudici non si sono fermati davanti alle giustificazioni addotte dall’azienda ospedaliera, per cui i ritardi sarebbero dovuti alla «tempistica regionale dell’assegnazione delle risorse economiche del Fondo Sanitario e delle risorse economiche “extra fondo”».
Al riguardo hanno ricordato, infatti, «che la tardiva approvazione del bilancio di esercizio da parte delle aziende sanitarie costituisce una grave irregolarità».

IL ROSSO

Rispetto al disavanzo dichiarato, la sezione di controllo parla di «sostanziale e persistente squilibrio nella gestione aziendale, già evidente negli anni precedenti (ad eccezione del 2021)». Una situazione, a suo avviso: «destinata a protrarsi in futuro e a divenire strutturale in assenza di adeguate misure correttive». Tanto più che qualche perplessità residua persino sulle giustificazioni addotte dall’azienda ospedaliera regionale (Aor) sulle cause di quel disavanzo di quasi 3milioni di euro. Perlopiù collegate all’aumento del costo dell’energia e alle spese extra per l’assistenza ai pazienti affetti da covid 19.

«La sezione – si legge nella relazione – prende atto di quanto riferito dall’Azienda, pur rilevando come alcune affermazioni ipotetiche contenute nella risposta in sede istruttoria sulle cause e sulle misure di contenimento delle perdite suscitano perplessità (cfr. ad esempio sulla non contabilizzazione di un contributo assegnato dalla Regione nel 2023 nel bilancio 2022 o sull’applicazione della percentuale di incremento del Fondo sanitario regionale nei termini esposti nella risposta) in quanto non coerenti con i principi contabili e con l’attuale quadro normativo per il finanziamento delle Aziende ospedaliere».

«Premesso ciò – proseguono i giudici -, risulta che, allo stato attuale, i ricavi dell’azienda, già insufficienti a coprire gli oneri eccezionali derivanti dalla pandemia o dall’aumento degli oneri per l’energia, non appaiono in grado di sostenere ulteriori costi divenuti probabilmente stabili, con la conseguente necessità di reperire nuove fonti di copertura o di ridurre altre voci di spesa».

MACCHINARI E CONTANTE

I magistrati contabili hanno anche sollecitato un monitoraggio degli effetti degli investimenti per l’ammodernamento di macchinari e tecnologie sulle liste d’attesa per prestazioni di vario tipo. Come pure: «ad adottare ogni opportuna iniziativa volte ad accelerare l’avvio e il completamento della fase del collaudo in tempi tali da evitare che esso venga svolto tardivamente rispetto al ciclo di vita di attrezzature ad alto contento tecnologico la cui obsolescenza interviene in tempi piuttosto ridotti».

Altro rilievo ha riguardato l’«elevata percentuale di pagamenti in contanti» per visite e prestazioni varie rese dai medici dipendenti del San Carlo fuori dagli orari di lavoro, in regime di “intra moenia allargata”, che sarebbe l’attività «cioè, svolta, in via eccezionale e su specifica autorizzazione, presso gli studi privati dei professionisti». Qualcosa come il 41,5% del totale dei pagamenti registrati per questo tipo di visite e prestazioni, che per i giudici resta «una modalità di pagamento non tracciabile», quindi da «eliminare e/o ridurre».

ANTICORRUZIONE

La sezione si è soffermata, a seguire, sul tema della gestione dei contratti, considerata un’«area ad elevato rischio corruttivo», ovvero sulle proroghe di contratti e appalti in essere in luogo dell’indizione di nuove gare.
Sul punto hanno preso atto delle giustificazioni del San Carlo, tendenti a scaricare la colpa sulle lentezze della stazione unica appaltante della Regione (Suarb), ma hanno aggiunto, per aver esaminato l’attività della stazione appaltante, che «alcune problematiche sottese alla gestione delle gare da parte della Sua-rb sembrerebbero condizionate, in parte, anche da adempimenti spettanti all’Aor svolti in modo non del tutto appropriato».

«La sezione, pertanto – si legge nella relazione -, richiama l’azienda ad usare la massima prudenza nel ricorso alle proroghe contrattuali (…) al fine di scongiurare il rischio concreto di un loro uso improprio che può assumere profili di illegittimità e di danno erariale. Profili e danni che si possono verificare allorquando le amministrazioni interessate non dimostrino di aver attivato tutti quegli strumenti organizzativi/amministrativi necessari ad osservare e a non eludere il generale e tassativo divieto di proroga dei contratti in corso e le correlate distorsioni del mercato».

I FARMACI

Sulla spesa farmaceutica la sezione di controllo ha ribadito quanto già affermato in occasione della revisione dei bilanci della Regione Basilicata, ovvero che il superamento dei tetti di spesa previsti costituisce «una criticità che si appalesa come strutturale per la Regione Basilicata».
Le risposte dal San Carlo, pertanto, vengono definite «non complete» in quanto: «nulla è riferito sul tetto di spesa assegnato dalla Regione e sul relativo scostamento (in valori assoluti e percentuali, registrato nell’esercizio in esame)». Di qui il richiamo a: «realizzare tempestivamente tutte le iniziative di cui ha riferito in istruttoria finalizzate al contenimento della spesa».
Stesso discorso per i «dispositivi medici», rispetto ai quali le risposte del San Carlo sono definite «evasive e non complete», per il 2022. Sospendendo il giudizio sui correttivi annunciati a partire dal 2024.

IL PERSONALE

Un’ulteriore questione da monitorare in maniera «costante», poi, è stata quella delle ferie arretrate per il personale, che per il 2022 sono state indicate inun controvalore di quasi 8milioni e mezzo di euro. Da evitare, infatti, c’è il rischio «che, a fronte dell’eventuale insorgenza di criticità organizzative, tali da non consentire al personale la fruizione delle ferie per cause indipendenti dal loro volere, il loro ammontare finisca per accrescersi progressivamente, generando crescenti costi latenti, destinati a manifestarsi allorché se ne dovesse chiedere, eventualmente anche in sede giudiziaria, la monetizzazione».

LISTE D’ATTESA

I dubbi della sezione di controllo sono riemersi in tema di «governo dei tempi d’attesa». A fronte delle dichiarazioni aziendali per le quali ci sarebbe stato un accorciamento delle liste d’attesa generate dalla sospensione dell’attività ordinaria negli anni della pandemia.

«Non risultano, tuttavia, inviati – si legge nella relazione – altri elementi sulla gestione e sull’abbattimento delle liste d’attesa in generale. Giova osservare che, da quanto riscontrato, in via incidentale, sul sito web dell’azienda sanitaria, risultano dati che attesterebbero una persistente lentezza dei tempi di attesa (a mero titolo di esempio, per l’elettrocardiogramma tempi medi di attesa che vanno dai 272 a 85 giorni, nel 2022, e dai 219 ai 42 giorni nel 2024; per le mammografie, nel 2022, da 275 a 314 giorni, nel 2024, da 212 a 419 alla fine di dicembre ecc.). Peraltro, come evidenziato sul sito stesso con un apposito Alert (presente in data 19 febbraio 2025), i dati non sono sempre aggiornati».

CREDITI E INVENTARIO

I magistrati contabili hanno rinviato all’esame dei prossimi bilanci una verifica sui «persistenti e consistenti crediti nei confronti della Regione per versamenti di parte corrente e per versamenti al patrimonio netto», individuati nei conti 2022.
Sempre in occasione dell’esame dei prossimi bilanci sono stati annunciati «approfondimenti» sull’aggiornamento dell’inventario del patrimonio aziendale e l’etichettatura dei beni mobili («criticità che persistono da diversi anni»), e sullo smaltimento delle rimanenze di farmaci. In particolare una volta «farmaci stupefacenti scaduti» che «non vengono ritirati ormai da anni» dall’Asp, e sarebbero «stoccati e conservati in un armadio chiuso a chiave in attesa delle operazioni di smaltimento attraverso il sistema di termodistruzione».

IL PNRR

L’ultimo richiamo della sezione di controllo, però, è stato riservato all’utilizzo dei fondi del Pnrr, con una raccomandazione a «velocizzare la realizzazione della spesa accelerando, così, la rendicontazione degli stati d’avanzamento», dati i ritardi che si registrano soprattutto in un proigetto da 4.700.000 euro per l’«ammodernamento del parco tecnologico».
Pertanto: «il collegio richiama l’Aor San Carlo al superamento delle criticità rilevate al fine di evitare che la loro mancata correzione possa causare, nel tempo, una gestione non corretta e non economica delle risorse con conseguenti effetti pregiudizievoli nell’erogazione dei servizi e delle prestazioni sanitarie».

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