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Al San Carlo di Potenza, un paziente diabetico attende da quattro mesi una visita di controllo, mentre l’assessore alla Sanità dichiara che nessuno deve sentirsi solo.


A far traboccare il vaso del signor V.- che attende da 4 mesi la visita di controllo per sé e per la moglie (entrambi diabetici) al San Carlo, è stato l’intervento dell’assessore regionale alla Salute, Cosimo Latronico, in occasione della Giornata del Malato, l’11 febbraio. Messaggio condivisibile in teoria, ma che ha fatto sentire V. – di cui avevamo parlato il 29 gennaio scorso – quasi preso in giro: «Nessuno – aveva scritto Latronico – deve sentirsi solo nella propria malattia: la comunità, le istituzioni e il mondo della sanità devono essere sempre pronti a offrire sostegno, ascolto e assistenza». E invece V. si è sentito proprio solo. E in quanto al trio di valori conclamati: zero sostegno, zero assistenza e soprattutto zero ascolto, se il cittadino continua a chiamare da mesi per ricevere solo promesse vane.

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Piccolo riassunto: V. e la moglie avevano la prenotazione della visita di controllo per il 17 ottobre scorso all’ospedale San Carlo di Potenza. Pochi giorni prima della visita chiamano dal San Carlo e comunicano che bisogna rinviare (per problemi del medico) e che richiameranno per fissare un altro appuntamento. Dopo un mese, il silenzio diventa preoccupante. E così comincia il risvolto telefonico della vicenda: telefonate da una parte, rassicurazioni dall’altra, settimane di silenzio, nuova telefonata, nuova promessa. E così via, in un circolo che finora ha portato solo false speranze.

«AL SAN CARLO DI POTENZA MI DICEVANO STIA TRANQUILLO LA SUA PRENOTAZIONE NON VIENE CANCELLATA E INVECE»

Fino ad arrivare all’ultima telefonata, nei giorni scorsi. Quella in cui cambia lo scenario. «Prima mi dicevano: stia tranquillo, la chiameremo presto, la sua prenotazione non viene cancellata. Ora invece mi hanno detto che mi conviene fare una nuova prenotazione. Insomma, le prenotazioni di prima non esistono più e quindi dovrei andare a fare una nuova ricetta medica per la visita, chiamare e prenotarmi un’altra volta. Ma io ero già in lista, perché devo fare tutto da capo? Poi si lamentano dell’emigrazione sanitaria. Certo, non per le visite diabetiche, ma se il sistema funziona così, è ovvio che poi uno si rivolge alle strutture di fuori regione», critica il signor V. «Il 17 febbraio – conclude amaramente – fa quattro mesi che sarei dovuto andare a controllo con mia moglie. E mi chiedo se sia mai possibile che un ospedale regionale funzioni in questo modo».

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