Ospedale San Carlo a Potenza
2 minuti per la letturaIl controllo per una coppia, entrambi diabetici, era fissato per il 17 ottobre all’ospedale San Carlo di Potenza. Da allora il silenzio.
POTENZA – Quando hai il diabete, la verifica costante dei valori – quella che il signor V. e la moglie non riescono a ottenere da tre mesi – è fondamentale, possiamo anche dire vitale: da quello dipendono il tipo di cura, la possibilità o meno di tenere sotto controllo la malattia e la conseguente qualità della vita.
Ma appunto per i due potentini questa visita di controllo sembra diventata una chimera. E dire che erano prenotati per il 17 ottobre scorso all’ospedale San Carlo. La consueta visita di controllo che marito e moglie – entrambi diabetici – effettuano due o tre volte l’anno, a seconda appunto dei risultati emersi dagli esami e valutati dal medico.
POTENZA, IL RACCONTO DEI CONIUGI
«Due o tre giorni prima della visita – ricorda oggi V., che chiede di non citare il nome per esteso – ci chiamano e ci dicono che, a causa di motivi di salute del medico, ci rinviavano e che ci avrebbero chiamato loro».
Perché dire di no? Il rinvio può essere nell’ordine di qualche giorno ma poi la visita sicuramente si farà, si dicono i coniugi. D’altronde, hanno detto che sarà loro cura chiamare.
Passano i giorni. Le settimane. Si va oltre il mese. Il silenzio diventa preoccupante. E così V. chiama una prima volta in reparto. «Mi hanno detto: stia tranquillo, sarà richiamato a breve», ricorda oggi il cittadino.
Però la locuzione avverbiale non corrisponde al tempo immaginato. “A breve” dovrebbe voler dire, per senso comune, entro una settimana al massimo. E invece le settimane continuano a succedersi.
E così V. chiama ancora. E ancora. E poi ancora. Quattro volte, fino a oggi.
«E ogni volta è la solita solfa – ricorda – Non si preoccupi, a breve sarà chiamato. Stia tranquillo, sarà contattato a breve».
IL RACCONTO DEI CONIUGI
E così arriviamo a ieri, 28 gennaio, quando ancora nessuno del reparto Diabetologia dell’ospedale San Carlo di Potenza ha chiamato il signor V. e la moglie.
A quanto pare, in base a quello che gli hanno riferito conoscenti, non è l’unico caso.
«Mi hanno detto: non sei il solo. Ma per me non è una consolazione», spiega il cittadino.
“Aver compagno al duol, scema la pena”, dice un proverbio che però va bene per gli invidiosi. Non per chi invece, come V. e signora, vogliono soltanto fare la loro visita medica di cui non si ha più traccia da quasi tre mesi e mezzo.
Per la cronaca, ai due potentini era già accaduto lo stesso un paio di anni fa. «Ma allora in un mesetto o poco più la questione si era risolta», rammenta V., mentre stavolta i tempi si stanno dilatando in maniera incomprensibile e nessuno si fa parte diligente e chiama i due pazienti. Anche solo per chiedere come stiano.
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