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Una dottoressa in infortunio perché scaraventata contro un muretto e un’infermiera sotto shock per le minacce ricevute: è il bilancio dell’ennesima aggressione al personale del 118 a Potenza
Nuova aggressione ai danni dei sanitari del 118: a Potenza una dottoressa dopo le cure del Pronto Soccorso è in infortunio lavorativo mentre un’infermiera è in shock emotivo per le offese e le minacce ricevute.
Il fatto è avvenuto nella notte tra lunedì e martedì in zona ospedale, dopo che i sanitari erano intervenuti per prestare le cure ad un cittadino potentino alle prese con una intossicazione etilica. L’uomo, in stato di agitazione psicomotoria, è stato inizialmente trovato riverso a terra e all’arrivo dei sanitari ha aggredito la dottoressa scaraventandola contro un muretto. All’infermiera ha invece riservato una violenza verbale talmente tracimante che la donna, secondo quanto riferito da Raffaele Pisani, segretario regionale di UIL FPL, «è ora in stato di shock».
AGGRESSIONI AL 118: UNA OGNI DUE MESI. RICONOSCERE L’INFORTUNIO ANCHE PER QUELLE VERBALI
Sono ormai tante, quasi consuete, le aggressioni al personale 118: ma è difficile fare una stima «perché – spiega Pisani – molte volte non se ne tiene traccia se non c’è un referto del Pronto Soccorso che la attesti». Per il segretario di Uil Fpl tuttavia il bilancio in Basilicata parla sicuramente di «una aggressione ogni due mesi». Ma la questione di fondo è quella delle aggressioni verbali, per le quali non c’è alcuna terapia». Come sottolineato in una nota da Raffaele Pisani e dal segretario aziendale di Uil Fpl Domenico Pace, «occorre riconoscere l’infortunio anche in assenza di contatto fisico con l’aggressore, al fine di poter garantire specifici percorsi terapeutici per il trattamento dei cosiddetti disturbi post-traumatici da stress».
«Tali atti di violenza – prosegue la nota del sindacato – ingiustificati e gravissimi, cagionano nei lavoratori malesseri interiori tesi a evitare ogni situazione che ricordi un particolare soccorso, pensieri ossessivi sui problemi del lavoro, disturbi d’ansia e depressivi, oltre a compromettere la capacità di prestare soccorso in situazioni di emergenza, mettendo a rischio non solo la vita degli operatori, ma anche quella dei pazienti che necessitano di cure tempestive. Nel caso in questione, la UIL FPL chiede all’ASP di aprire un accertamento interno sull’accaduto e, se in presenza di presupposti, costituirsi parte civile a difesa dei lavoratori coinvolti».
La UIL FPL, esprime massima solidarietà e vicinanza alla professionista vittima dell’aggressione e ribadisce anche l’urgenza di «misure concrete per garantire anche la salute mentale delle lavoratrici e dei lavoratori del 118».
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