L'ospedale di Villa d'Agri
2 minuti per la letturaAll’ospedale di Villa d’Agri eseguito un complesso intervento su una donna di 78 anni: rimosso un tumore raro. Il dg Spera: «L’innovazione non si ferma»
POTENZA – Un’operazione complessa su una paziente affetta da una neoplasia rara portata a termine con successo anche grazie a strumenti innovativi. E’ stata eseguita nel reparto di Chirurgia all’ospedale di Villa d’Agri e ne ha dato notizia l’Aor di Potenza.
«La direzione dell’Azienda ospedaliera regionale San Carlo – spiega una nota – intende sempre più rafforzare il percorso intrapreso nel campo della ricerca e della innovazione tecnologica, anche con l’introduzione di nuove tecniche chirurgiche, nuovi approcci, maggior complessità delle procedure, sia per patologia benigna che nel trattamento di differenti forme di patologia neoplastica maligna».
È in sostanza l’impegno del direttore generale dell’Aor San Carlo, Giuseppe Spera, manifestato in occasione della presentazione degli importanti risultati della Chirurgia del presidio ospedaliero di Villa d’Agri.
«E’ stata di recente eseguita – aggiunge il direttore Spera – con l’utilizzo di un nuovo strumento articolato, in combinazione con ottica laparoscopica per visione in 3D, una resezione epatica con linfoadenectomia su una paziente di 78 anni, affetta da carcinoma della colecisti. Per la prima volta nel presidio ospedaliero di Villa d’Agri è stata eseguita questa rara e complessa procedura».
«L’intervento chirurgico – spiega il dottor Nicola Perrotta, direttore dell’unità operativa complessa di Chirurgia – è stato eseguito in equipe con la dottoressa Marta Celiento, con il dottor Nicola D’Agrosa dell’unità di Anestesia e rianimazione guidata dal dottor Nicola Scaccuto, e dalla infermiera strumentista Franca Giordanelli. Il carcinoma della colecisti è un tumore raro, che rapidamente si diffonde al fegato, alla via biliare, al duodeno ed ai linfonodi limitrofi. Per tale motivo può accadere spesso che al momento della diagnosi è già tardi per un trattamento chirurgico, trattandosi di forme avanzate inoperabili».
Il dottor Perrotta evidenzia che «la procedura è stata possibile anche grazie alla precisione degli strumenti articolati, che si differenziano dalla strumentazione laparoscopica “retta” tradizionale per una doppia articolazione distale che consente allo strumento di muovere con 360° di libertà, similmente alla chirurgia robotica. La paziente sta bene e, dopo pochi giorni, ha ripreso la normale alimentazione ed è stata dimessa in assenza di ogni genere di complicanza».
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