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POTENZA – La reumatologia lucana, eccellenza sanitaria della regione, non potrà essere riconosciuta come Irccs, ovvero Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico. A far svanire quello che era il sogno del professor Ignazio Olivieri, morto sei anni fa, è stato il decreto di riordino della disciplina degli Irccs in Italia, nel quale non è più prevista la Reumatologia.

A comunicare l’impossibilità del riconoscimento all’Azienda ospedaliera San Carlo di Potenza è stata la Regione Basilicata, che pure tanto aveva investito nella candidatura. A cominciare dal 2014, quando la giunta regionale dell’epoca avviò l’iter per stanziando quattro milioni di euro iniziali. Un iter che, negli anni, è poi proseguito, anche perché il centro di reumatologia lucano – che delle sedi negli ospedali nelle due città e diversi ambulatori – rappresenta una vera e propria eccellenza.

Sono oltre duemila le prestazioni offerte ogni anno e, cosa non trascurabile, circa il 30 per cento di queste è destinato a pazienti che giungono in Basilicata da fuori regione. Questo proprio grazie alla bontà dell’attività, riconosciuta in tutta Italia, svolta dall’ex primario Olivieri e dai medici del suo team. Un vero e proprio punto di riferimento, insomma, il cui accreditamento come Irccs sembrava cosa fatta.

Nel luglio del 2021, il governatore Vito Bardi e il direttore generale dellazienda ospedaliera San Carlo, Giuseppe Spera, hanno così inaugurato anche il nuovo reparto, allestito in alcuni locali del padiglione B che in precedenza aveva ospitato pazienti affetti da Covid-19. Erano state realizzate tre aree dedicate: quella della degenza, con otto posti letto, gli ambulatori e un’area di ricerca. Lavori che avevano comportato un ulteriore investimento di due milioni di euro. Il reparto di Reumatologia aveva quindi assunto la denominazione di Istituto reumatologico lucano (Irel), uno dei presidi di eccellenza del sistema sanitario regionale e per questo candidato al riconoscimento quale Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico (Irccs).

Il presidente Bardi, in quella circostanza, aveva evidenziato l’importanza del reparto quale «punto di riferimento per tutta la Basilicata» e aveva chiesto di «intensificare l’attività di ricerca» per arrivare all’istituzione dell’Irccs.

il professor Ignazio Olivieri

La missione dell’Irel è quella di garantire in maniera efficace ed efficiente la migliore qualità delle cure e delle attività assistenziali prestate alle persone affette da patologie reumatiche, ottimizzando al contempo le risorse disponibili e monitorando l’impatto economico dei servizi erogati. La sua finalità si concretizza nel sostenere l’integrazione con le strutture ospedaliere e territoriali, secondo percorsi clinico organizzativi e protocolli condivisi, nonché nel favorire la ricerca clinica.
Il dg dell’Asp, Spera, aveva a sua volta spiegato che per il nuovo reparto di Reumatologia era stata effettuata «una ristrutturazione completa, dalla parte edile ai nuovi impianti».

Anche l’ex governatore, Marcello Pittella, aveva salutato con favore quella inaugurazione ed espresso un augurio: «Mi piace ricordare – aveva detto – che durante il nostro mandato abbiamo stanziato le risorse necessarie affinché si raggiungesse il risultato, e ci abbiamo creduto fermamente. Mi auguro che quella nostra ferma convinzione resti immutata in coloro che ci governano, affinché si continuino a garantire spazi e mezzi adeguati per il buon funzionamento della reumatologia e della sua ricerca». Ma l’iter avviato per il riconoscimento, peraltro perfettamente in regola, è stato bloccato dal nuovo decreto sugli Irccs.

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