La sede dell’Asp di Potenza
5 minuti per la letturaNon si ferma la contesa per ospitare la Casa di comunità dell’area del Mercure, l’Asp difende la scelta di Viggianello a scapito di Rotonda
POTENZA – «Per realizzare la Casa di comunità a Rotonda, secondo i criteri funzionali e soprattutto strutturali e tecnologici (…) si sarebbe dovuta sospendere l’attività sanitaria (che oggi si svolge a pieno regime)» del poliambulatorio già attivo nello stesso comune, «per tutto il tempo occorrente alla realizzazione degli interventi di adeguamento della struttura alla nuova funzione». Inoltre il limitrofo comune di Viggianello, dove si è deciso di ubicare la struttura, «è raggiungibile in 30 minuti, da una popolazione di circa 24.583 abitanti», contro i «circa 20.241 abitanti» che possono raggiungere nello stesso tempo Rotonda, peraltro in buona parte «di altro Distretto della Salute e addirittura di altra Regione (Regione Calabria)».
Sono queste le ragioni principali a sostegno della decisione di Regione e Azienda sanitaria di Potenza sulla localizzazione della Casa della comunità dell’area del Mercure, una delle 17 nuove strutture sanitarie da realizzare in Basilicata, con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza, per garantire «assistenza sanitaria di prossimità ai residenti, assicurando il servizio principalmente alla popolazione più anziana, riducendo così il numero delle ospedalizzazioni anche non urgenti».
È quanto si legge in un rapporto del responsabile del procedimento dell’Asp, Franca Cicale, indirizzato al Dipartimento regionale salute, che da mesi deve fronteggiare l’opposizione, giudiziaria e politica, del Comune di Rotonda.
A novembre, infatti, il Tar Basilicata aveva accolto il ricorso presentato dall’amministrazione comunale guidata dal sindaco Rocco Bruno per l’annullamento dell’atto in cui era stata ufficializzata la localizzazione della Casa della salute a Viggianello, rivendicando di ospitare la stessa nel locale poliambulatorio dell’Asp.
Subito dopo, però, l’assessore regionale alla Salute, Francesco Fanelli (Lega), aveva annunciato l’intenzione di confermare la scelta di Viggianello liquidando i rilievi del Tar come mere carenze motivazionali dell’atto di impugnato. Di qui la richiesta all’Asp, di fornire un resoconto dettagliato della genesi e delle valutazioni alla base di quanto disposto.
«Alla luce delle reali finalità auspicate dal Pnrr – si legge nella relazione -, la proposta di Viggianello, comune confinante con quello di Rotonda, avrebbe consentito di realizzare proprio quella rete dei servizi che in maniera capillare deve servire il territorio consentendo così alla comunità di trovare ogni risposta al proprio bisogno di salute con il riconoscimento, proprio al poliambulatorio di Rotonda, del suo effettivo ruolo di struttura di riferimento per i servizi specialistici».
Cicale evidenzia, in particolare, che «su Rotonda è già presente il poliambulatorio che eroga già numerose attività sanitarie, e tutti gli ambienti presenti sono già ampiamente utilizzati. Inoltre, l’eventuale cambio di funzione comporterebbe la sospensione dei servizi attualmente erogati nella struttura fino alla realizzazione degli interventi». Al contrario, nella struttura individuata a Viggianello, sempre di proprietà dell’Asp ma «quasi vuota», sarebbe possibile «effettuare interventi senza privare il territorio, sospendendoli, dei molteplici servizi sanitari erogati nel Poliambulatorio di Rotonda».
L’«altra considerazione cogente», invece, è individuata nel calcolo «mediante lo sviluppo di isocrone a 30 minuti e su base dati Istat 2017» dei cittadini che potrebbero fruire dei servizi della nuova Casa di comunità senza doversi sobbarcare viaggi di eccessiva durata.
«Pertanto, la scelta di ubicare una Casa della comunità in Rotonda – sottolinea la responsabile del procedimento -, non porterebbe a rispettare pienamente gli obiettivi del Pnrr e nello specifico della Missione 6: potenziare i servizi assistenziali territoriali quali punti di riferimento per la risposta ai bisogni di natura sanitaria, sociosanitaria e sociale per la popolazione di riferimento e implementare l’offerta di presidi di prossimità territoriale al cittadino e coordinare l’integrazione tra le diverse strutture sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali presenti sul territorio, in modo da assicurare una risposta coordinata e continua ai bisogni della popolazione, nonché di uniformità dei livelli di assistenza e di pluralità dell’offerta».
Invece, «la proposta di Viggianello, come Casa di Comunità di tipo spoke (e non hub) comune confinante con Rotonda, ma anche con altri cinque comuni della Provincia di Potenza (Castelluccio Inferiore, Latronico, Episcopia, San Severino Lucano, Terranova di Pollino) – al contrario di Rotonda che confina con il solo comune di Viggianello – consente di realizzare proprio quella rete dei servizi auspicata dal Pnrr, nonché alla comunità di accedere al sistema di assistenza sanitaria al fine di trovare risposta ad un proprio bisogno di salute, aumentando così il riconoscimento, al poliambulatorio di Rotonda, del suo effettivo ruolo di struttura che eroga servizi specialistici sanitari».
«Si aggiunge, infine – conclude Cicale -, che la proposta di localizzare la Casa della comunità nel Comune di Rotonda è stata proposta dal solo medesimo Comune, a differenza di altre proposte di localizzazione di Case della comunità che, quando pervenute in condivisione con più comuni, sono state puntualmente accolte.
Le altre Case di comunità da realizzare in provincia di Potenza sono state localizzate nei comuni di Anzi, Corleto Perticara, Genzano di Lucania, Lagonegro, Lagopesole – Avigliano, Lavello, Potenza, San Fele, Sant’Arcangelo, Senise e Vietri di Potenza. Sono inoltre previsti 3 ospedali di comunità a Maratea, Muro Lucano e Venosa, e 4 centrali operative a Lagonegro, Marsicovetere, Potenza e Venosa.
Le nuove Case della comunità (in tutta Italia ne sono previste 1350) avranno il compito, tra l’altro, di creare: «un “unico punto di accesso” ai servizi sanitari che gestisca un database medico per ciascun paziente e un registro elettronico sanitario per garantire e facilitare l’equo accesso alle cure», e «l’attivazione, lo sviluppo e l’aggregazione di servizi di cure primarie e la realizzazione di centri di assistenza, energicamente efficienti, per una risposta integrata ai bisogni di cura».
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