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ROCCANOVA – Ieri mattina, nella Chiesa Madre San Nicola di Bari di Roccanova, è stato celebrato il funerale di Antonietta Faillace, la 47enne originaria proprio di Roccanova che ha perso la vista una settimana fa all’ospedale di Policoro dopo un intervento all’utero. La donna era stata ricoverata nel reparto di ostetricia e ginecologia il giorno prima di morire. Giovedì scorso, nello stesso nosocomio, la dottoressa Liliana Innamorato e il dottor Francesco Pascazio hanno eseguito l’autopsia sulla salma, il cui risultato si conoscerà entro 90 giorni.

L’esame autoptico è stato disposto dalla Procura della Repubblica di Matera per fare piena luce sulle cause del decesso. Sotto la lente di ingrandimento dei pm ci sono quindici persone, per le ipotesi di reato di omicidio e lesioni colpose. Da noi contattato, l’avvocato Riccardo Laviola, che, insieme con l’avvocato Alessia Suglia, difende due medici che sarebbero intervenuti dopo l’arresto cardiaco, ha dichiarato «di attendersi una scrematura del numero degli indagati».

Forse per la celerità della Procura, ancora non sono stati nominati tutti i legali di fiducia: al momento, per alcuni, permane la difesa d’ufficio. I familiari – difesi dagli avvocati Umberto D’Alessandro e Antonio Uricchio, con consulenza tecnica affidata al dottor Angelo Rizzo – nella denuncia hanno dichiarato che, «sul finire dell’orario delle visite», i medici del reparto avrebbero convocato il figlio ed il marito della signora Faillace per informarli della sua morte, precisando che l’intervento sarebbe «andato bene» ma che il decesso sarebbe avvenuto «all’improvviso, verosimilmente per un arresto cardiocircolatorio».

Secondo quanto ci aveva riferito la cognata, dopo il raschiamento, alla signora era stata consigliata l’esportazione dell’utero «in via preventiva» poiché «non sarebbe stata pericolosa». Dopo essere uscita dalla sala operatoria, la defunta aveva riferito al marito ed ai parenti, con cui non avrebbe più parlato, «di avvertire solo un senso di stanchezza, probabilmente dovuto all’anestesia locale».

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