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Il vaccino

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POTENZA – La risposta dell’assessore Leone è arrivata. Ma è una risposta che non soddisfa Raffaele Olita, il padre di Flavio, che nei giorni scorsi aveva scritto ai vertici regionali sollecitando una programmazione vaccinale che includesse prioritariamente – come da direttive nazionali – disabili e loro accompagnatori.
Una risposta non soddisfacente nel merito e nel metodo, «perché è stato necessario chiedere aiuto alla stampa per poterla avere e non è arrivata per le vie ordinarie. E invece, in virtù del ruolo che l’assessore riveste, è a me che doveva degnarsi di dare una risposta».

L’assessore regionale alla Salute, Rocco Leone

Flavio – lo ricordiamo – è affetto da una gravissima malattia neurodegenerativa, la distrofia muscolare di Duchenne. Da un anno la sua vita – e quella della sua famiglia – è stata completamente stravolta: nessun contatto da mesi con amici e parenti, nessuna uscita, la paura costante. «Siamo invisibili, vogliamo riavere le nostre vite», aveva così scritto papà Raffaele al presidente Vito Bardi, all’assessore Rocco Leone e al responsabile della Task force, Ernesto Esposito.

Dopo un lungo silenzio, sollecitato dal nostro giornale, l’assessore Leone ha risposto.
«Davanti al bisogno di salute – si legge nella lettera pubblica dell’assessore – non esistono gli ultimi e meno che mai i soggetti invisibili, ma solo persone aventi pari dignità, diritti e doveri. Questi precetti sono parte del nostro corredo etico e culturale. Non sfugge a chi ci interroga – continua Leone – che la dimensione del problema è rilevante da un punto di vista numerico e postula soluzioni eque e condivise. Noi condividiamo quanto già sancito nell’accordo tra governo, regioni, province autonome e il commissario unico per l’emergenza vaccinale Domenico Arcuri il 4 febbraio 2021 sulla esigenza di estendere ad “altre categorie” la priorità vaccinale anti Covid-19, ed accogliamo con piacere, non solo la richiesta, ma anche la soluzione profilata dal Garante professor Giuliano e da alcune associazioni, sulla istituzione di una anagrafe regionale della disabilità al fine di delineare compiutamente la dimensione del problema. Nell’attesa che ciò si realizzi, riteniamo che sia necessario, compatibilmente con le risorse vaccinali che ci giungeranno, procedere a soddisfare quanto richiesto inserendo i soggetti con grave disabilità nel prossimo protocollo vaccinale che avrà inizio appena sarà terminata la campagna di profilassi ai soggetti ultraottantenni, con estensione alla più vasta platea di soggetti aventi diritto».

Una risposta che ha indignato Raffaele Olita: «Ha ragione l’assessore Leone quando dice che non siamo invisibili – replica – omettendo di dire che a un tratto non lo siamo più solo perché palesiamo al mondo intero il nostro disagio e lo facciamo in maniera plateale, nel modo a taluni più inviso, la stampa».

Ma soprattutto «sviscerando il contenuto della risposta, si nota come nulla si aggiunge e nulla si toglie alle nozioni già di nostra conoscenza, anzi, si evidenziano ancor di più quelle lacune strutturali quali appunto la creazione di una “anagrafe regionale della disabilità”, come se fosse cosa facile. Evidentemente non si è compreso sino in fondo il motivo d’urgenza che muove tale richiesta, che oltre al grave rischio legato all’aspetto sanitario, contempla un grandissimo disagio sociale in quelle persone che da ormai un anno vivono agli arresti domiciliari. E non mi si dica che stiamo tutti sulla stessa barca, piuttosto siamo tutti nella stessa tempesta ma su barche diverse, c’è che si sposta con lo yacht di lusso e chi con la scialuppa di salvataggio».

Leone, nella sua risposta, «non dà certezza di nulla a proposito di date, di scadenze o di calendari vaccinali, se non il fatto che si inizierà quando quella attuale sarà terminata. Di qui a breve dovrebbe cominciare anche la campagna vaccinale per i docenti e le forze dell’ordine, e con quale personale lo si farà? Con il personale attualmente in dotazione? Sarebbe una catastrofe, le due campagne si accavallerebbero e il vaccino lo potremmo vedere forse alla fine dell’anno, magari verrà fuori nuovamente che è colpa dei ritardi nella consegna dei vaccini. Però nel frattempo, nelle pieghe del sistema si insinuano i cosiddetti furbetti del vaccino, questione alla quale bene si è pensato di non rispondere».

Mentre si prende tempo con risposte insoddisfacenti, ci sono centinaia di famiglie che attendono qualche dato certo. Di tutte le altre chiacchiere non sanno cosa farsene.

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