Rocco Leone, Vito Bardi ed Ernesto Esposito
2 minuti per la letturaPOTENZA – Per smaltire visite e prestazioni arretrate, lasciate in eredità dall’emergenza covid, la proposta dell’assessore resta la stessa. Ossia che «le strutture sanitarie devono prevedere l’estensione delle attività nella fascia pomeridiana e possibilmente nei giorni prefestivi e festivi». Ma secondo i sindacati e i dirigenti aziendali, soprattutto di San Carlo e Asm, servono risorse economiche aggiuntive per retribuire il personale impiegato in questi turni extra. Inoltre per la Uil Fpl andrebbe vagliata la possibilità di utilizzare l’ospedale da campo donato dal Qatar per effettuare i tamponi ai pazienti in attesa di ricovero al San Carlo.
Sono queste, in sintesi, le posizioni emerse, ieri mattina in Regione, dall’incontro sul tema della riapertura delle attività sanitarie che si è svolto nella sala Inguscio del dipartimento Politiche della persona. Un incontro particolarmente atteso a causa dei disagi per il blocco, persistente, delle prenotazioni di nuove visite ed esami ambulatoriali nella maggior parte dei reparti del San Carlo e delle strutture dell’Asm. Oltre all’assoluta incertezza sui tempi che occorreranno per lo smaltimento delle prestazioni sospese, tra gli inizi di marzo a fine maggio, a causa del blocco delle attività “non salvavita”. Più di 60mila al San Carlo e 20mila all’Asm. Una montagna che senza misure straordinarie, da sola, rischia di intasare gli ambulatori almeno fino all’autunno. Rinviando a fine anno, se non proprio al 2020, la possibilità di ricevere le cure attese da quanti si sono visti prescrivere visite specialistiche ed esami vari dagli inizi di marzo in poi.
All’incontro hanno partecipato il governatore Vito Bardi, l’assessore alla Salute Rocco Leone, il direttore generale Ernesto Esposito, i vertici delle aziende sanitarie ucane e i rappresentanti di Cgil, Cisl, Uil Fpl e Fials.
«Le nostre strutture sanitarie – ha dichiarato Bardi – devono tornare a dare risposte ai cittadini in tutti gli ambiti medici. Mentre Leone ha sottolineato il rallentamento dei ritmi delle attività sanitarie provocato dall’applicazione delle «stringenti» regole anti contagio varate a livello nazionale. Di qui la proposta di tenere aperte le strutture «almeno in questa fase» anche nel pomeriggio, e nei fine settimana.
«Valorizzare e motivare il personale e maggiore attenzione a tutti gli ospedali del territorio». Questo l’appello, riferito in particolare al San Carlo di Potenza, lanciato da Giuseppe Verrastro, Gerardo Sarli e Francesco Gamma della Uil Fpl.
I sindacalisti hanno rilanciato l’idea di una “centrale dei tamponi” per i ricoveri programmati, che andrebbero effettuati «all’esterno utilizzando, una volta messo in funzione, l’ospedale donato dal Qatar che è adiacente il San Carlo»
«Troppi mesi sono passati senza che migliaia di persone potessero essere curate». Hanno aggiunto.
Quindi hanno ribadito l’esigenza di «fare più assunzioni possibili» e «incentivare e motivare il personale sanitario», anche perché «il governo nazionale ha stanziato delle risorse importanti e la Regione deve trasferirle al più presto (…) in modo che alcuni infermieri e operatori socio sanitari, vengano mandati subito a Melfi ed altri presidi territoriali».
l.a.
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