L'ospedale di Villa D'Agri
3 minuti per la letturaVAL D’AGRI – La situazione in Val d’Agri è sempre più critica e anomala per alcune situazioni, in particolare, per quel che riguarda la riapertura del presidio ospedaliero e le procedure dei tamponi ai sanitari.
Come ha affermato qualche giorno fa il primo cittadino di Marsicovetere, Marco Zipparri «si attendevano i risultati dei tamponi effettuati sul personale sanitario» ma è trascorsa circa una settimana e ad oggi, nessun risultato. Altri operatori sempre della struttura sanitaria sono ancora in attesa del tampone.
Ad oggi, dopo la sanificazione eseguita nei giorni scorsi all’interno della struttura, il nosocomio resta non accessibile e le attività sono tutt’ora sospese e il Pronto Soccorso non funzionale. La motivazione? Non si sa. Nel frattempo, il sindaco di Viggiano, Amedeo Cicala in un videomessaggio sul proprio account di Facebook, spiega che il problema non è legato alla struttura ospedaliera, perché è stata sanificata ed è pronta per ripartire, ma si «sta cercando di far processare – riferisce il sindaco – il prima possibile i tamponi a tutti gli operatori sanitari che lavorano nel presidio ospedaliero». «Vogliamo restituire ai cittadini – aggiunge Cicala – un ospedale che sia sicuro dal punto di vista dell’emergenza sanitaria». Contemporaneamente «sono stati processate altre decine e decine di tamponi – ribadisce nel video messaggio il sindaco – che riguardavano gli operatori sanitari di Villa d’Agri e quindi si sta provvedendo, a riaprire man mano tutte le attività, partendo innanzitutto dal Pronto Soccorso».
Il perché di questo ritardo? «Il ritardo – ha spiegato Cicala – è perché la macchina regionale della task force riesce a processare solo un numero limitato di tamponi, rispetto a quelle che poi sono le richieste da tutta la Regione Basilicata». E anche il sindaco e l’amministrazione comunale di Brienza si uniscono all’appello partito dalla Val d’Agri in merito alla richiesta di riapertura del pronto soccorso dell’ospedale civile di Villa d’Agri e di tutto il nosocomio.
«In questo periodo storico di emergenza sanitaria – spiega la nota dell’amministrazione – tutti noi restiamo sbalorditi da notizie come quella di chiusura di un ospedale che copre un territorio vastissimo che non si circoscrive solo alla Val d’Agri ma che si estende anche a paesi come Brienza. Un territorio già colpito da emergenze sanitarie e stremato da disastri ambientali – prosegue la nota – non può vivere un dramma nel dramma poiché in quell’area ci si continua ad ammalare e a morire anche per cause diverse dal Covid-19». «Chiediamo pertanto la riapertura – sollevano gli amministratori – immediata dell’ospedale, la messa in sicurezza di tutti i reparti e di tutti gli operatori sanitari che in quella struttura vi lavorano. Chiediamo, inoltre, risposte sicure e accelerazioni nelle analisi dei tamponi dei sanitari effettuati nel nosocomio in questione ormai da giorni. É inaccettabile che questi ritardi si ripercuotano su un servizio essenziale e un diritto costituzionale come quello alla salute».
Per gli amministratori «l’assessore alla Sanità deve garantire che la sanità resti pubblica e che i finanziamenti per rendere accessibili i luoghi di cura siano pubblici e che in nessun modo vi siano investimenti privati volti a riconversioni di reparti per tornaconti imprenditoriali e per far fronte a disastri sanitari che si stanno generando con le proprie attività».
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