I volontari della Caritas di Potenza
3 minuti per la letturaPOTENZA – «C’è gente che sta andando in crisi, in questa situazione emergenziale il sistema si sta avvitando». E a dirlo non è il profeta di sciagure da Bar Sport, il commentatore da un tanto a frase, il postatore seriale da social.
E’ Marina Buoncristiano, responsabile promozione della Caritas diocesana di Potenza, dunque una persona abituata a concetti come “crisi”, “emergenza”.
«Al di là della criticità dell’epidemia da coronavirus, condizione emergenziale per tutti – spiega al telefono – le persone più fragili stanno patendo davvero molto, per l’isolamento a cui sono sottoposti».
«Questa mattina – ha continuato – ci siamo occupati di una famiglia in cui a lui non hanno pagato lo stipendio (dato che ha un lavoro correlato ad attività che non sono più consentite per decreto), lei non lavora e hanno tre figli a casa. Un macello. A questo aggiungo che in questo periodo non stanno effettuando i pagamenti del reddito minimo, slittati, e chi aveva questa piccola entrata è ancora di più in affanno. Le bollette continuano ad arrivare».
«Riusciamo a garantire l’apertura del nostro emporio – spiega Buoncristiano – la distribuzione degli alimenti, l’aiuto al pagamento di utenze per persone in comprovato stato di necessità. Fermo restante l’attività delle caritas parrocchiali, anche in quel caso i servizi minimi alimentari e il pagamento utenze. La caritas della parrocchia di San Giovanni Bosco distribuisce materiale scolastico ai bimbi che fanno lezione da casa e sono seguiti dal loro doposcuola, come facciamo anche noi».
«Inoltre – aggiunge – per anziani e malati effettuiamo le consegne a domicilio».
Un riconoscimento è arrivato anche dall’arcivescovo metropolita di Potenza, Muro Lucano e Marsico Nuovo Salvatore Ligorio che ha dichiarato in un comunicato stampa: «La circostanza di particolare criticità non deve farci smarrire la speranza e quell’esercizio di carità cui tutti dobbiamo guidare le nostre azioni».
«In tale ottica – ha continuato – le Caritas parrocchiali e la Caritas Diocesana continuano incessanti a garantire il servizio di supporto e di assistenza ai beneficiari dei progetti, messi in campo dalla nostra rete».
Quante mascherine hanno a disposizione per tutti questi servizi alla Caritas diocesana? «Una per ciascuno – rivela la dirigente – e dentro vi infiliamo la carta forno, cambiandola a ogni utilizzo. E’ tutto ciò che siamo riusciti a trovare. Ci tengo a dirlo: agli assistiti garantiamo nei pacchi viveri anche i presidi per l’igienizzazione: candeggina e guanti di varie taglie, gel sanificante per mani e sgrassatore igienizzante».
Le chiamate sono molteplici. « Il Comune lunedì ci ha contattato per 18 famiglie di giostrai che, ci hanno detto, non potevano mangiare. Certo, cosa ci facciano in questo momento delle giostre non riesco a capirlo. In ogni caso è venuta qui la Protezione civile e abbiamo donato quel che potevamo. Di sicuro non possiamo farcene carico sine die. Ci stanno segnalando diverse famiglie in difficoltà».
Buoncristiano sente il bisogno di lanciare un appello, partendo da una premessa: «Oltre ai prodotti Fead (Fondo di aiuti europei agli indigenti, ndr), stiamo acquistando beni anche su altre piattaforme. Stiamo spendendo tantissimo per garantire alimentazione e igienizzazione buona agli assistiti. Chiunque voglia fare una donazione ci aiuterebbe tantissimo. E non parlo solo di soldi (comunque ben accetti) ma anche di guanti e di igienizzanti per la casa e le mani. A chi poi abbia disponibilità di mascherine, non chiedo neanche di regalarcele: le paghiamo. Servono per tutelare noi e gli altri. Per i prodotti che ci regaleranno, ci dicano in che modo vogliono farceli avere (in sede, nelle parrocchie, come meglio credono) e noi ci regoleremo».
Isolati sul numero fisso per un guasto che, nonostante la segnalazione, non è stato ancora riparato, dalla Caritas ci tengono a divulgare il numero di utenza telefonica mobile a cui sono raggiungibili. Lo lasciamo in coda al resto proprio perché sia più visibile per i lettori: 347 5715144.
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