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POTENZA – Circa una ventina di persone in quarantena «fiduciaria» in tutta la regione. Inclusi i 2 titolari di un b&b di Viggianello e loro i 3 ospiti provenienti dalla Lombardia, che lunedì mattina hanno manifestato qualche decimo di febbre e restano isolati per effetto dell’ordinanza shock, abortita poche ore dopo, del governatore Vito Bardi. Scuole chiuse a Muro Lucano più altri 2 comuni, Rotonda e ancora Viggianello, e tensione a Potenza, dove il più grande liceo cittadino non pare intenzionato a lasciar entrare i propri studenti che hanno trascorso il ponte di carnevale nelle aree “a rischio”. Mentre in Tribunale è ancora tensione per la presenza di un giudice onorario in trasferta dalla periferia di Milano.
Si fa sempre più pesante il bollettino lucano dell’allarme-psicosi Coronavirus, nonostante l’assenza di casi di contagio accertato. In mattinata dovrebbe iniziare la distribuzione al personale delle due aziende sanitarie provinciali dei kit diagnostici ordinati nei giorni scorsi dalla Regione, che sono calibrati proprio sul ceppo di Coronavirus che sta tenendo in ansia il mondo interno. La speranza, quindi, è di riuscire a gestire in maniera più elastica la situazione di quanti, nei giorni scorsi, sono stati destinatari di ordinanze di quarantena da parte soprattutto dei sindaci del Pollino, dove la paura del contagio pare essersi livellata all’età media dei pochi rimasti ad abitare i piccoli centri dell’area.
Il caso più eclatante, dopo il negoziante cinese messo in quarantena a Francavilla sul Sinni, è senz’altro quello di Viggianello, dove tre turisti lombardi stanno vivendo una situazione che difficilmente dimenticheranno, ma alla lunga rischia di compromettere anche l’immagine dell’accoglienza lucana. Nell’ordinanza sindacale spiccata nella notte tra domenica e lunedì, infatti, viene citato il provvedimento di quarantena obbligatoria annunciato, proprio domenica notte, dalla Regione Basilicata e rivolto a chiunque fosse arrivato non solo dalle aree di Lombardia e Veneto strette dal cordone sanitario, ma da tutte e 5 le regioni dove scuole e università sono state chiuse a causa del rischio di diffusione del Coronavirus (Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Piemonte e Liguria).
Si spiega, poi, che «si è appreso essere presenti sul territorio comunale concittadini che hanno avuto acclarati rapporti con soggetti risultati positivi al virus». Non i 3 turisti, quindi, che come “colpa” avrebbero avuto quella di essere scesi dalla Lombardia per qualche giorno di immersione nella natura, e di aver manifestato, domenica mattina, dei «sintomi febbrili» alquanto sospetti. Quindi si dispone che ospiti e avventori del b&b “Tana libera tutti” inizino un isolamento per 14 giorni. Lunedì pomeriggio, tuttavia, il governatore Vito Bardi ha fatto dietrofront su quel provvedimento, ridotto a un mero obbligo di comunicazione del rientro a casa per gli studenti lucani fuori sede. Ma a Viggianello la quarantena per i 3 turisti lombardi è rimasta e ieri, dopo che la testata online Ufficio stampa Basilicata ha reso nota la loro situazione, sono intervenuti, in primis, i titolari del b&b, evidentemente preoccupati per la pubblicità negativa di un episodio simile.
«I ragazzi con sintomi febbrili erano sino a ieri solo 2, l’altro io e la mia compagna non abbiamo mai avuto sintomi influenzali». Hanno precisato sulla bacheca Facebook della struttura. Quindi hanno aggiunto che a ieri «solo un ragazzo» aveva ancora la febbre, e nessuno, comunque, era stato ancora sottoposto a test diagnostici specifici sul Coronavirus. Per questo hanno chiesto pubblicamente di evitare «allarmismi» sollecitando il sindaco a «tranquillizzare la comunità di Viggianello, visto che ad ora non vi sono notizie certe di nessun contagio nella nostra struttura». Immediata la risposta di Rizzo, che sempre su Facebook ha dichiarato, smentendo ulteriormente i presupposti del suo provvedimento, che: «i ragazzi del b&b non hanno avuto contatti diretti con soggetti risultati positivi dal virus». Quindi ha ribadito che si tratta di «atti precauzionali e di prevenzione in attesa dei riscontri sanitari», ovvero dei tanto attesi tamponi. Infine si è spinto a chiedere agli «organi di stampa di non diffondere o interpretare», gli atti pubblicati sul sito internet del Comune. La paura per il contagio, ad ogni modo, si è spinta fino alle porte del capoluogo, con la decisione del sindaco di Muro Lucano, Giovani Setaro, di chiudere le scuole per «motivi precauzionali» sino alla fine settimana, proprio come a Viggianello e in un altro centro del Pollino, Rotonda. Mentre a Lavello, da domani e per tre giorni, le scuole resteranno chiuse ma stando all’ordinanza del sindaco Sabino Altobello il Coronavirus non c’entra, e il problema sono alcuni lavori urgenti di Acquedotto Lucano che dureranno tre giorni.
A Potenza, infine, c’è ancora tensione in Tribunale dove lunedì mattina erano stati invitati ad allontanarsi e a mettersi in quarantena, sempre sulla scorta dell’ordinanza di Bardi abortita poche ore dopo, un avvocato e un giudice onorario in trasferta da Milano. Ieri quest’ultimo ha potuto tornare a fare udienza, ma non sono mancati momenti di grande tensione soprattutto con una cancelliera, che a più riprese ha dato in escandescenze aprendo le finestre per far circolare l’aria all’interno dell’aula e chiedendo ai legali presenti di non affollarsi. Da capire c’è anche che accadrà al liceo scientifico Galilei, dopo la pubblicazione sul sito dell’istituto dell’ultima ordinanza di Bardi, che obbliga gli studenti residenti in Basilicata che tornano dal Nord di comunicare il loro arrivo alle autorità sanitarie e di mettersi a disposizione per un’eventuale quarantena «fiduciaria». Se il governatore ha più volte ribadito che si tratta di un provvedimento rivolto agli universitari, infatti, nell’atto si parla di studenti in genere. Così c’è chi pensa che dai cancelli potrebbero restare fuori quanti hanno approfittato del ponte di carnevale per visitare amici e parenti nelle regioni “a rischio”.
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