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Joe Biden e Nancy Pelosi

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POTENZA – Era nato come Giovanni Battista, il 24 novembre del 1900 a Potenza, ma presto divenne John B. Con questo nome il suocero di Nancy Pelosi – attuale speaker del Congresso statunitense (equivalente del presidente della Camera italiana), seconda in linea di successione a sostituire il Presidente Usa in caso di necessità dopo il vicepresidente – mise le radici in America e dette il via a una storia di potere e successo.
A poca distanza dal compleanno di Nancy Pelosi – ha appena compiuto 81 anni – è interessante ricordare come questo lucano, nato esattamente quando cominciava il “secolo breve”, abbia portato in America innanzitutto il cognome della futura nuora, spianando la strada a un successo economico-politico notevole.

Non che Nancy Patricia D’Alesandro – nata negli Usa ma con origini italiane, precisamente di Fornelli nel Molise e Montenerodomo in Abruzzo – non avesse dalla sua una famiglia già importante (il padre è stato sindaco di una città fondamentale per la storia americana come Baltimora e anche congressista) e non abbia dimostrato le proprie capacità: entrata al Congresso nel 1987 per prendere il posto di Sala Burton (ammalatasi di cancro e che aveva sostituito a sua volta il marito Philip Burton, democratico morto per un aneurisma nel 1983), scala tutte le tappe, finisce ai vertici del Partito Democratico e diventa nel 2001 la prima donna speaker, a cui il presidente George W. Bush rivolge un saluto rimasto negli annali dell’organo legislativo: «Questa sera ho il grande privilegio e onore di essere il primo presidente a cominciare il discorso sullo stato dell’unione con queste parole: Signora Presidente».

In campo per ogni tipo di diritto civile, anche in anticipo sui tempi, Nancy è stata chiamata a guidare di nuovo i lavori del Congresso il 3 gennaio scorso.
A rendere però davvero cospicuo il patrimonio di famiglia grazie al quale ha potuto gettarsi nell’agone politico a quei livelli (con i noti costi delle campagne elettorali americane) è stato il marito Paul, che a sua volta ha usufruito di una posizione finanziaria raggiunta dal padre.

Della vita di John Pelosi fino a un certo punto non si sa molto. Sua moglie si chiama Corinne Bianchi. Viene anche lei dall’Italia, ma da una zona turistica: figlia di Francesco Bianchi e Louisa Almenti, è nata il 30 maggio 1903 a Camaiore, nella provincia di Lucca in Toscana.
Non sappiamo quando Giovanni Battista Pelosi sia arrivato negli Stati Uniti e si sia stabilito non nella consueta New York, meta della maggior parte degli emigranti, ma nell’assolata San Francisco, in California. Non abbiamo notizie di di ciò che fa per emergere. Quello che sappiamo è che è una delle persone a cui è affidato il compito di organizzare le Olimpiadi Invernali di Squaw Valley del 1960.

E’ il governatore Pat Brown – politico controverso che batterà nel corso della carriera anche Richard Nixon, ricordato come il “fondatore della California moderna”, alla fine sconfitto da Ronald Reagan – ad assegnare la concessione alla Squaw Valley Improvement Corporation guidata da William Newsom senior e Pelosi.

La scelta di Squaw Valley – stazione climatica e sciistica all’epoca non così attrezzata – sorprende i più. Questa concessione porterà molti soldi ma anche l’attenzione della giustizia. Lo si legge sull’Oakland Tribune del 24 gennaio 1961: il nuovo governatore Ed Brown (figlio del predecessore, Pat, autore della concessione) ordina un’inchiesta per investigare sul “patto della Squaw Valley”, il contratto fra lo Stato e la società di Newsom e Pelosi, risultato fin troppo oneroso per le casse pubbliche. Ma non sembra un’iniziativa ostile, quella di Brown: il governatore si premura di dire che l’inchiesta è sostanzialmente dovuta perché i giochi olimpici sono costati una barca di quattrini allo Stato.

Nella relazione al Comitato di controllo legislativo misto del Senato, che sarà prodotta qualche anno dopo, si addosseranno le responsabilità al «personale esecutivo del Comitato Organizzatore». Si legge di magagne come «nessun controllo dell’inventario sui biglietti per il parcheggio, gli ingressi e gli impianti di risalita. Le cabine e i cancelli per la vendita di biglietti non erano adeguatamente attrezzati. Le ricevute sono state rubate da persone che presumibilmente stavano ottenendo il resto per i venditori di biglietti. Gli autobus noleggiati potevano scaricare i loro passeggeri all’interno dei cancelli di ammissione senza pagare l’ingresso di 7 dollari e 50 per ogni passeggero. Le camere di hotel e motel contrattate e pagate dal Comitato Organizzatore per personale e funzionari non sono state utilizzate».

Secondo l’organismo, «il recupero di questi investimenti attraverso oneri di ammortamento ha limitato le entrate dovute allo Stato. Dal 1960 è costato allo Stato 3 milioni di dollari in più di quanto ha guadagnato con i contratti di locazione». Non si conoscono altri esiti di queste attività investigative dello Stato. Fatto sta che i Pelosi fanno parte delle famiglie che hanno più potere in California, insieme a quella di J. Paul Getty, per molti anni “l’uomo più ricco al mondo”, noto per il riscatto pagato malvolentieri per la liberazione del nipote rapito in Italia.

E’ un poker di famiglie – Brown, Newsom, Getty e appunto Pelosi – che hanno una serie di legami cementati con il tempo e con le relazioni.
Per restare più strettamente ai Pelosi, nel 1963 il figlio di John, Paul, sposa Nancy (oggi la coppia ha un patrimonio di parecchie decine di milioni di dollari, c’è chi dice ben oltre i cento). Il fratello di Paul, Ronald, divenuto ricco con le sue attività nel campo dei titoli, sposa la figlia di William A. Newsom (ricordate? Il socio di John nell’affare della Squaw Valley), Belinda Barbara. Sarà anche membro del consiglio dei supervisori della città e della contea di San Francisco.

I rapporti fra i Newsom (nella cui famiglia ci sono giudici e magnati) e i Getty sono molteplici, comprendendo anche affari commerciali realizzati insieme (la catena di ristoranti PlumpJack, ad esempio, il primo dei quali aperto proprio a Squaw Valley). Dal 2019 il governatore della California è Gavin Newsom, figlio dell’ex sodale di John Pelosi, William, che a sua volta è stato cognato di Ron Pelosi nonché amico fraterno di Gordon Getty (che ha vissuto a casa sua da giovane) figlio di Paul (per le cui aziende ha lavorato) e giudice nominato dal governatore Jerry Brown figlio del governatore Pat Brown. Tanto per ricordare che di certe dinamiche familiari (e politiche, in questo caso tutte sviluppatesi nell’ambito dei Democratici americani) non abbiamo l’esclusiva in Italia. Quando Gavin Newsom nel 2004 viene eletto sindaco di San Francisco, giura davanti al padre William.

John B. muore a San Francisco il 2 agosto del 1967 a 66 anni (sua moglie lo seguirà vent’anni dopo), quando i figli Paul Francis e Ronald Virgil sono oramai lanciatissimi. Muore con il dolore di aver perso un terzo figlio di vent’anni, nel 1957. Lo aveva chiamato David John. Oggi dietro la stessa lapide in marmo chiaro, all’Holy Cross Catholic Cemetery di Colma nella San Mateo County in California, riposano insieme John, la moglie Corinne con la sorella Louisa e David John.

Nell’agosto del 2020 – per la cronaca – l’agenzia Associated Press fa sapere che «la famosa località sciistica di Squaw Valley in California cambierà nome perché la parola “squaw” è un termine dispregiativo per le donne native americane». Oggi il cognome Pelosi è diventato uno dei più noti in America e nel mondo.

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