La Stellantis di Melfi
2 minuti per la letturaDopo 19 anni uno sciopero generale di 8 ore nello stabilimento Stellantis di Melfi
Anche la Fiom Cgil questa mattina davanti ai cancelli dello stabilimento Stellantis di San Nicola di Melfi. Lo aveva confermato, ieri, il sindacato che a maggio del 2004 promosse l’ultima grande protesta degli operai dell’allora Fiat, anche nota come “i 21 giorni di Melfi”, dopo l’iniziativa assunta la scorsa settimana da Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici.
Otto ore di sciopero «per tutto il settore dell’automotive in Basilicata in continuità con gli scioperi dei giorni scorsi per le condizioni di lavoro e per confermare la necessità che i lavoratori in trasferta devono rientrare nello stabilimento di Melfi per migliorare le condizioni di lavoro dentro la fabbrica e di vita per tutti anche trasfertisti».
«Lo sciopero pertanto – prosegue la nota del sindacato – è stato indetto anche per i lavoratori in trasferta in tutti gli stabilimenti Stellantis».
«La Fiom, unitamente a tutti i suoi delegati Stellantis, indotto e logistica trasfertisti, a partire dal primo turno e per tutta la giornata lavorativa, dalle ore 6, sarà davanti ai cancelli dello stabilimento ingresso B». Prosegue la nota. «Informeremo tutti i lavoratori delle aziende dell’indotto della necessità ormai urgente di aprire una vera vertenza con le istituzioni di Stellantis per la garanzia occupazionale e produttiva, per il miglioramento delle condizioni di lavoro, per i diritti, per dare dignità a tutti i lavoratori e ottenere risposte».
«E’ importante – conclude Fiom – che questa vertenza venga affrontata unendo tutti i lavoratori e le sigle sindacali perché anche il governo apra una nuova fase di confronto che possa portare investimenti pubblici e privati per tutelare un settore così importante come l’automotive per l’economia del nostro paese. La Fiom continuerà a mettere in atto tutte le azioni necessarie di lotta con i lavoratori per dare risposte vere».
Alla base della protesta, Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici hanno indicato «la situazione di incertezza che si trascina ormai da diverso tempo e che non più sostenibile per i lavoratori». In particolare l’assenza di risposte «sul nome dei quattro modelli e sulla quinta autovettura da produrre nello stabilimento di San Nicola di Melfi, né la quantità di produzione necessaria per la salvaguardia dell’occupazione. Il tempo dei rinvii è finito».
«I lavoratori – hanno evidenziato i sindacati – meritano risposte immediate da parte dell’azienda».
Oltre all’azienda, Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Ugl metalmeccanici contestano anche il governo che dovrebbe «fare di più e creare le condizioni per assicurare investimenti capaci di assicurare un futuro occupazionale sicuro e duraturo». In particolare accelerando i tempi dell’accordo con Stellantis.
Alla Regione Basilicata, invece, viene chiesto «un un progetto regionale sull’auto che deve essere in grado di tutelare il lavoro e i lavoratori».
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