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MELFI – Un nulla di fatto che aggrava ulteriormente la situazione di 126 lavoratori. Sono giorni di tensione alla ex Auchan, confermati anche da Margherita che nella giornata di ieri, nel corso del tavolo con la prefettura, non ha portato risposte concrete ai lavoratori in presidio nella piazza a Potenza. E così da ieri i lavoratori si ritrovano senza cassa Covid e con una lettera che gli intima di trasferirsi in fabbriche del nord. Chiaramente nessun lavoratore ha accettato e pertanto si ritrovano in un limbo di difficile decifrazione. Del resto anche quanto stabilito nell’incontro precedente e cioè l’eventuale ricollocazione dei lavoratori in impianti limitrofi alla Basilicata (e non al nord) e la previsione di incentivi in caso di licenziamenti o dimissioni, non ha trovato attuazione nell’incontro di ieri in prefettura. Resta sul tavolo la questione della reindustrializzazione dell’attuale sito di San Nicola, ma anche il “silenzio” del Mise che nonostante le sollecitazioni non ha mai convocato un incontro a Roma per affrontare la vertenza. Una questione quella della reindustrializzazione che viaggia parallela con la vertenza. Sul piatto 8 milioni di euro che certamente, in un futuro prossimo, potrebbero trovare parte delle 126 maestranze dell’ex Auchan.
Le parti si incontreranno nuovamente il prossimo lunedì. I lavoratori sperano che “Margherita” possa arrivare questa volta con proposte concrete. Dal canto loro i sindacati hanno chiesto che Margherita, Conad e Cisa garantiscano la copertura economica ai lavoratori e il blocco dei trasferimenti.
Resta l’amaro per le 126 maestranze. Lavoratori che, giova ricordarlo, in piena pandemia quando tutti erano reclusi dentro casa, si recavano al lavoro per garantire a tutti i rifornimenti per i beni di prima necessità ai supermercati di diverse regioni.
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