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Carlos Tavares e John Elkann

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POTENZA – «Oggi l’amministratore delegato e il presidente della neonata Stellantis, Carlos Tavares e John Elkann, sono stati in visita allo stabilimento di Melfi. Riteniamo importante che Melfi sia stato il primo stabilimento ad essere visitato da chi condurrà la fusione dei due gruppi Fca e Psa in termini industriali». Lo hanno scritto, in un comunicato congiunto, i segretari generali della Cgil Basilicata, Angelo Summa, e della Fiom Cgil Basilicata, Gaetano Ricotta.

«Auspichiamo – hanno aggiunto – che questa scelta sia seguita da un piano industriale declinato in termini di innovazione delle produzioni e di incremento di occupazione, sia per lo stabilimento di assemblaggio che per l’indotto che ne deriva».

Secondo Cgil e Fiom, «prende il via oggi un percorso che ci auguriamo possa essere basato su un confronto reale e continuo con le rappresentanze dei lavoratori e che possa portare lo stabilimento di Melfi ad essere centro di sviluppo e di ingegnerizzazione per affrontare il processo ormai irreversibile della transizione energetica. Nell’attesa di conoscere le linee strategiche del piano industriale e della missione destinata alla Fca di Melfi, ci confortano – hanno aggiunto Summa e Ricotta – le dichiarazioni fatte al tavolo nazionale dall’ad Tavares secondo cui Stellantis conferma gli impegni presi nel piano di Fca, realizzeranno nel futuro prossimo sinergie che non penalizzeranno gli stabilimenti italiani e i lavoratori, impegni sui quali la nostra attenzione resta altissima».

«La fusione – hanno concluso – rappresenta una grande occasione per il rilancio del settore dell’automotive del nostro Paese, dello stabilimento di Melfi e del settore della componentistica dell’indotto».

«La visita dei vertici di Stellantis è un significativo segnale di attenzione ai lavoratori di Melfi», sostengono, in una nota congiunta, il segretario generale della Cisl Basilicata, Enrico Gambardella, e il segretario generale della Fim Cisl Basilicata, Gerardo Evangelista. «Qui con le produzioni a marchio Jeep – aggiungono – il gruppo italo-francese si gioca un pezzo importante della sua competitività globale. Un primato che non nasce dal caso ma dalla convergenza tra scelte manageriali oculate, un sindacato che ha saputo sposare la sfida del cambiamento e una forza lavoro capace e preparata che ha dimostrato sul campo di saper fabbricare automobili di qualità».

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