X
<
>

Share
4 minuti per la lettura

Nelle indagini sull’omicidio di Lorenzo Pucillo spuntano anche una possibile pista di natura “familiare” oppure problemi di “vicinato”

POTENZA – Ci sarebbe anche una pista «familiare» al vaglio degli inquirenti della procura della Repubblica di Potenza che da mercoledì della scorsa settimana stanno cercando di far luce sulla morte del medico 70enne di Pescopagano, Lorenzo Pucillo.

Morte prima attribuita a un incidente con le vacche allevate dalla vittima in un’area chiamata Bosco delle Rose, in località Cucumiello di Pescopagano, e poi ai colpi, a quanto pare più d’uno, esplosi da un fucile di grosso calibro che lo avrebbero raggiunto al torace.

LEGGI ANCHE: Giallo sulla morte di Pucillo, ora si indaga per omicidio

A ipotizzare l’esistenza di accertamenti nell’ambito del parentado di Pucillo è stata la trasmissione di Rai Due, Ore 14, condotta dal giornalista Milo Infante. La trasmissione ha dedicato al caso un primo servizio e ha già annunciato l’intenzione di seguirne gli sviluppi. Affianco a questa, però, ci sarebbe anche una pista su eventuali questioni di vicinato in cui sarebbe stato coinvolto il 70enne.

Ovunque si allevino animali come le vacche di razza podolica di Pucillo, d’altronde, sono all’ordine del giorno i litigi per sconfinamenti nei terreni di altri proprietari. E in Basilicata non sarebbe la prima volta, anche in anni recenti, che le tensioni finiscono per armare la mano di chi subisce questi sconfinamenti. Basti pensare al duplice omicidio dei due pastori di Gorgoglione, Giovanni Lauria (34) e del nipote Giuseppe Derose (27). Omicidio risalente al 29 maggio del 2014, per cui il tribinale ha condannato a 20 anni di carcere il 51enne di Cirigliano Antonio Saponara, all’epoca convivente della sorella di Lauria.

SCOPRI TUTTI I CONTENUTI SULL’OMICIDIO DI LORENZO PUCILLO

In quest’ultimo caso, in realtà, l’esplosione della violenza omicida era stata anticipata da una serie di segnali d’allarme. Inclusa la denuncia di un’aggressione a colpi di bastone compiuta da Saponaro ai danni di due donne congiunte con Lauria e Derose qualche mese prima del delitto. A Pescopagano, invece, sono in tanti a non credere che qualcuno potesse nutrire l’astio necessario per compiere un gesto del genere nei confronti del dottore. Pucillo era anche medico sociale del Picerno, squadra rivelazione del campionato di calcio di serie C.

E il sindaco, Giovanni Carnevale, si è spinto persino oltre, escludendo che l’assassino sia una persona del posto («Qui nessuno si è mai comportato così. Non è nell’indole della nostra gente. E poi, tutti conoscevano e stimavano il dottor Pucillo. È sempre stato disponibile con tutti, era stimato e benvoluto da tutto il paese, al quale era peraltro legatissimo»).

LEGGI ANCHE: Omicidio Pucillo, il medico conosceva il suo assassino

Altro omicidio legato anche questioni di sconfinamento, inoltre, si è verificato a Salandra a marzo del 2017. Qui un pastore, Vincenzo Lauria (solo omonimo di Giovanni di Gorgoglione, ndr) venne trucidato a colpi di fucile mentre riportava le sue pecore all’ovile. Di qui il processo e la condanna in appello a 26 anni di carcere di un 70enne proprietario di un fondo limitrofo a quelli utilizzati per il pascolo da Lauria, Nicola Lucchetti, e l’assoluzione, ormai definitiva, di un secondo confinante.

I parenti più stretti di Pucillo, che vivono a Roma, non hanno potuto riabbracciare la quello che resta di lui, dal momento che la salma resta sotto sequestro, nella camera mortuaria del San Carlo di Potenza, per ordine dei pm del capoluogo.

Da valutare, infatti, ci sarebbe la possibilità di ulteriori accertamenti in contraddittorio non appena le indagini imboccheranno una strada ben definita con l’individuazione di un sospettato principale. Anche per evitare il rischio di inutilizzabilità in dibattimento di quanto emerso dall’autopsia a proposito delle cause del decesso e dei segni che avevano fatto pensare, inizialmente, a un decesso provocato dai colpi di un animale.

Lunedì, il procuratore capo di Potenza, Francesco Curcio, aveva definito l’accaduto «un gravissimo omicidio, volontario, feroce, efferato». Quindi aveva quindi lanciato un appello a eventuali testimoni a presentarsi ai carabinieri, e a raccontare quanto hanno visto. Gli investigatori cercano, in particolare, chiunque abbia incontrato il dottor Pucillo o lo abbia visto nelle prime ore della mattina di martedì scorso, 21 marzo. Comunque prima delle 10, che è l’ora in cui sarebbe avvenuto l’omicidio.

Tra i possibili elementi utili Curcio ha indicato «il passaggio di un’auto, magari un fuoristrada. Oppure di persone sospette, armate o anche disarmate, o ancora delle voci o dei rumori insoliti e particolari». «Il diritto alla sicurezza deve essere sicuramente garantito dallo Stato – aveva aggiunto il procuratore -. Ma vi deve essere una consapevole collaborazione da parte di tutti i cittadini. C’è poi un dovere di solidarietà – ha aggiunto -, calandosi anche nei panni della vittima e dei familiari».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE