Mohamed Ibrahim Mansour
3 minuti per la letturaUccisero e tentarono di distruggere dandolo alle fiamme il cadavere del compagno della sorella che voleva l’affido della figlia, arrestati tre lucani in Lombardia
POTENZA – In tre, due fratelli e il compagno di una delle loro sorelle, avrebbero ucciso e poi dato fuoco al cadavere di un 43enne. Questi aveva concepito una figlia con una seconda sorella, ma non avrebbe accettato di restare fuori dalla vita della piccola, tanto che sarebbe stato intenzionato a chiederne l’affido.
È questa la trama dell’omicidio in famiglia ricostruito dai carabinieri di Pavia che hanno eseguito tre ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di tre lucani di Tursi trasferitisi da qualche anno in Lombardia. Si tratta di Massimo e Claudio Rondinelli, di 35 e 40 anni, e del cognato, Luigi D’Alessandro, 38 anni.
UCCISERO IL COGNATO IN LOMBARDIA, TRE LUCANI ARRESTATI
In una nota diffusa ieri mattina il procuratore capo di Pavia, Fabio Napoleone, spiega che i tre sono accusati dell’omicidio del 42enne egiziano Mohamed Ibrahim Mansour. «I cui resti carbonizzati sono stati rinvenuti in zona boschiva di Località Morsella di Pavia in data 14 gennaio 2023. E che con altra sorella dei fratelli Rondinelli aveva avuto una figlia».
«I fatti – ha aggiunto il procuratore – paiono dunque essere legati a dinamiche familiari. Sono stati accertati grazie ad una poderosa attività di intercettazione telefonica e di analisi dei dati di traffico telefonico e telematico. Attività rivelatesi cruciali per verificare la fondatezza – o meno – delle dichiarazioni rese dalle persone informate sui fatti».
«Secondo quanto emergente dall’accurata attività d’indagine condotta dai Carabinieri – prosegue ancora la nota di Napoleone -, i soggetti arrestati, tutti appartenenti al medesimo nucleo familiare, nella serata del giorno 11 gennaio 2023 avrebbero teso un vero e proprio agguato alla persona offesa mentre costui si trovava presso il suo luogo di dimora, un capannone industriale, un tempo usato per scopi agricoli, sito a Cassolnovo (Pavia)».
Il 42enne, infatti, avrebbe ricevuto «almeno tre colpi di fucile da caccia calibro 12», più »un colpo di pistola calibro 9». Quindi, i presunti assassini, avrebbero dato il suo corpo alle fiamme «all’interno della vettura già di sua proprietà presso la Frazione Morsella di Vigevano. Mentre la scena del crimine veniva completamente ripulita».
L’ATTIVITÀ DI INDAGINE DEI CARABINIERI DI PAVIA
«I carabinieri del Nucleo investigativo – ha concluso il procuratore -, con l’ausilio di strumenti tecnici all’avanguardia e grazie anche ad attività di osservazione e controllo e col supporto dei cani molecolari per la ricerca di armi, esplosivi e tracce ematiche e resti umani del Nucleo cinofili dell’Arma dei carabinieri, sono riusciti a ricostruire con chiarezza le dinamiche ad appena un mese dal tragico evento. Le indagini sin qui condotte realmente senza sosta continueranno al fine di avere conferma – o meno – delle responsabilità degli arrestati e di verificare l’eventuale intervento anche di ulteriori soggetti».
I militari hanno eseguito gli arresti tra tra Vigevano e Cilavegna, in provincia di Pavia, e Tursi. Massimo Rondinelli si trova spesso in Basilicata per l’acquisto di frutta da rivendere al Nord.
Contattato dal Quotidiano del Sud, il sindaco di Tursi Salvatore Cosma ha espresso sorpresa per l’accaduto. Quindi ha aggiunto di non conoscere bene i 3 arrestati, che ormai da tempo si sono allontanati dal paese, a differenza dei loro familiari, ben noti all’intera comunità come lavoratori onesti lontani da ambienti equivoci.
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