Il tribunale di Potenza sede della Procura
3 minuti per la letturaIl decesso di Domenico Maggio non convince la famiglia del 41enne potentino che chiede alla Procura di fare chiarezza su una morte sospetta
POTENZA – Chiede risposte la famiglia di Domenico Maggio, il 41enne di Potenza deceduto mercoledì scorso a San Chirico Nuovo, nell’abitazione dove un tempo vivevano i nonni paterni (LEGGI).
Ieri mattina nella chiesa di Santa Maria del Sepolcro, nel capoluogo, si sono tenuti i funerali di Maggio. Al termine delle esequie, quindi, a farsi portavoce di questa richiesta di verità dei familiari del 41enne è stato l’avvocato Gianpaolo Carretta, che da qualche giorno li assiste nella loro dolorosa ricerca.
Mentre proseguono le indagini avviate dalla procura della Repubblica di Potenza, che ha già aperto un fascicolo al riguardo per «morte come conseguenza di altro delitto», al momento a carico di ignoti, e ha anche già disposto l’esame autoptico sul corpo del 41enne, effettuato sabato scorso.
«Abbiamo piena fiducia – ha dichiarato Carretta – nell’operato del sostituto procuratore assegnatario del fascicolo e complessivamente della procura della Repubblica. Ho comunque ricevuto dalla famiglia un mandato più ampio per effettuare anche indagini difensive autonome. Quindi per ora attendiamo l’esito dell’autopsia e degli accertamenti avviati dagli inquirenti a 360 gradi. Ma ci riserviamo ulteriori valutazioni dopo aver preso contezza di quanto ne verrà fuori».
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«QUELLA DI DOMENICO MAGGIO È UNA MORTE SOSPETTA»
«Al momento – ha proseguito il legale – quella di Domenico Maggio è sicuramente una morte che possiamo definire sospetta sia per le modalità del decesso che per le circostanze del ritrovamento. Ad ogni modo un quadro più fedele della situazione lo avremo soltanto una volta acquisiti primi risultati investigativi importanti, che sono quelli delle attività già compiute».
La morte del 41enne potentino ha destato un certo scalpore a San Chirico Nuovo, dove non c’è memoria di eventi di questo tipo, e in tanti si sono mobilitati nel tentativo di salvare Maggio prima ancora dell’arrivo sul posto, nella parte meridionale del centro storico, di due diverse ambulanze del 118 e dei carabinieri.
A lanciare l’allarme, stando alle informazioni raccolte dal Quotidiano del Sud, sarebbe stata una ragazza che era con Maggio. Ma quando sono intervenuti i sanitari non c’era più nulla da fare. Quindi è toccato ai militari della locale stazione dei carabinieri e della compagnia di Acerenza provare a ricostruire le ultime ore di vita del 41enne, ritrovato per terra, con una siringa da insulina poco distante, e segni di una contusione sul viso.
L’ipotesi investigativa più accreditata resta quella di una morte causata da un’intossicazione di stupefacenti. In questa direzione punta il tipo di reato ipotizzato dal pm Francesco Russo, che mira a sanzionare chi ha ceduto al defunto la dose mortale.
Da chiarire, ad ogni modo, c’è anche l’origine di quei segni sul viso, che in teoria potrebbero essere compatibili con una caduta improvvisa, come se Maggio avesse perso le forze all’improvviso mentre era in piedi, sbattendo col volto sul pavimento.
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