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I vigili del fuoco e il tir bruciato

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MELFI (POTENZA) – Era quasi arrivato a destinazione dopo un lungo viaggio. Invece Massimo Vido, piemontese che lavorava per la “Mossucca Logistica e trasporti” di Melfi non arriverà mai nello stabilimento jesino della Cnh New Holland. L’articolato su cui viaggiava ha preso fuoco dopo aver urtato un pilone del sottopasso ferroviario della linea ferroviaria Ancona – Roma in via Fontedamo.

L’incidente è avvenuto intorno alle 22 di martedì poco dopo lo svincolo per immettersi nella città marchigiana. Alcuni testimoni accorsi sul luogo dell’incidente dopo aver sentito un grosso boato, avrebbero sentito le urla anche del quarantenne rimasto imprigionato all’interno dell’abitacolo.  

Massimo Vido

Sul posto due squadre di vigili del fuoco hanno spento l’incendio e messo in sicurezza l’area dell’intervento, intervenuta anche la Polizia Stradale di Ancona, la polizia municipale di Jesi e i sanitari del 118, ma per l’autista non c’è stato nulla da fare. Il traffico ferroviario ha subito rallentamenti; chiusa anche l’uscita di Jesi Ovest della superstrada Ss 76 per evitare l’ingresso di veicoli nel sottopasso che potrebbe aver subito lesioni.  

Sull’incidente è intervenuta anche la Filt Cgil. La notizia della morte dell’autotrasportatore «va ad accrescere il tragico bilancio delle morti sul lavoro, mettendo in primo piano i problemi della sicurezza. Al netto delle cause al vaglio degli inquirenti, il dato drammatico è che il mondo dell’autotrasporto è un mondo poco sindacalizzato, dove la frammentarietà è l’atipicità della tipologia di lavoro rende difficile una trattativa multi-datoriale, non rendendo possibile una trattativa di secondo livello territoriale o settoriale».

E aggiunge: «Nonostante un progetto della Filt Cgil per sindacalizzare un settore molto complesso, persistono difficoltà dovute spesso alla diffidenza dei lavoratori ma anche alla difficoltà di organizzare incontri collettivi, vista la particolarità della tipologia di lavoro, che spinge alla solitudine dei lavoratori e alla vita in una cabina di camion. Serve una presa di coscienza da parte di tutti e un patto di sito delle principali aree produttive della Basilicata (Viggiano, San Nicola di Melfi, Corleto) che ostacoli le logiche di appalti e sub appalti che abbassano il costo del lavoro lasciando come unica tutela dei lavoratori la legge 561/2006».

«La Filt Cgil – conclude la nota – chiede pertanto una maggiore attenzione prima di tutto delle istituzioni e della prefettura affinché vigilino sulle aziende perché le logiche del profitto non prevalgano sugli standard di sicurezza spingendo gli autisti a superare i limiti imposti dalla legge su tempi di guida e di riposo».

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