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Rossella Mastromartino

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MELFI – Era appena uscita dalla fabbrica in cui lavorava. Poi il passaggio delle strisce pedonali per guadagnare la pensilina e da lì avrebbe preso l’autobus per tornare a casa. Un percorso fatto tante volte, ma ieri invece dai suo due figli, Rossella Mastromartino non è tornata perché la trentaseienne originaria di Melfi è stata investita da un autobus ed è morta dopo una giornata di agonia al San Carlo (LEGGI).

Le condizioni della donna sono apparse subito gravi. Prima l’arrivo dei sanitari con le prime cure, poi la corsa presso il nosocomio melfitano e infine il viaggio verso l’ospedale di Potenza in eliambulanza. Qui la donna è stata operata d’urgenza. Un intervento di decompressione celebrale che non le ha evitato la morte che è sopraggiunta nel pomeriggio di ieri.

La donna lavorava alla Lnm che opera all’interno dello stabilimento “Proma”. Sull’incidente stanno indagando i carabinieri della compagnia di Melfi. L’autista dell’autobus, da quanto si è potuto apprendere, non ha potuto evitare l’impatto. L’area dell’incidente è poco illuminata e già in passato era stata segnalata per la sua pericolosità.

Il luogo dell’incidente (Fonte TgR Basilicata)

E di tragedia annunciata hanno parlato i sindacati. La Uilm il 3 dicembre scorso in una lettera inviata all’assessore Infrastrutture e mobilità, Asi, Apibas e Prefetto aveva segnalato la questione e del rischio per l’incolumità dei lavoratori che vi transitano in uscita ed in ingresso dall’azienda, per raggiungere le fermate degli autobus. «Ed invece ancora una volta constatiamo – spiega una nota del sindacato – che in questo paese, purtroppo, per smuovere la coscienza e l’abnegazione, che dovrebbero essere propri “degli addetti ai lavori”, devono accadere per forza le tragedie».

In una nota congiunta Cgil Basilicata e Fiom si stringono attorno alla famiglia della donna. «Più volte sono stati chiesti interventi per il ripristino delle condizioni di sicurezza degli attraversamenti pedonali e delle strade di accesso agli stabilimenti, dal manto stradale all’illuminazione, del tutto inadeguata. Ci sono delle responsabilità politiche ben precise che riguardano tutte le classi dirigenti lucane che in questi anni si sono susseguite e che nulla hanno fatto per salvaguardare la vita di lavoratori e lavoratrici. Non si può morire in questo modo».

«Diciamo basta a questa strage infinita». Il segretario generale della Fim Cisl Basilicata Gerardo Evangelista chiede un intervento immediato delle autorità competenti per rendere sicura tutta la strada che costeggia le aziende dell’indotto Stellantis. Il sindacalista lamenta la scarsa illuminazione della strada e degli attraversamenti pedonali per raggiungere le fermate dei bus.

«Un mix di fattori – dice – che mette quotidianamente a rischio la vita delle lavoratrici e dei lavoratori che circolano a piedi per entrare e uscire dalle fabbriche».

«Un incidente annunciato – ha invece detto segretario regionale della Uil Basilicata Vincenzo Tortorelli – che, specie dopo i tre operai morti a Torino, rafforza la campagna della Uil “Zero morti sul lavoro”, una campagna che punta principalmente sulla prevenzione con misure idonee proprio come l’adeguamento dei servizi di illuminazione della viabilità utilizzata dai lavoratori».

I sindacati di Cgil, Cisl e Uil hanno chiesto un incontro urgente al prefetto: per avviare «un’attività di coordinamento, di vigilanza, messa in sicurezza e controllo sui luoghi di lavoro e le aree ad essi adiacenti», «che veda coinvolti tutti gli enti e gli istituti regionali maggiormente rappresentativi» «per mettere in campo azioni concrete volte a mettere fine a una strage, il più delle volte annunciata».

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Fabio Grandinetti

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