Dora Lagreca
3 minuti per la letturaPOTENZA – Sono ancora un mistero gli ultimi istanti di vita di Dora Lagreca, la ragazza di 30 anni morta a Potenza sabato scorso, dopo essere caduta dal balcone di una mansarda a Parco Aurora, in un palazzo proprio difronte al nuovo parco dei comuni lucani.
Domani è prevista l’autopsia sul corpo della giovane, residente ad Arenabianca (una frazione di Montesano della Marcellana in provincia di Salerno) ma che lavorava in una scuola a Tito, come assistente Ata. Resta sotto sequestro la mansarda dove la giovane ha trascorso le sue ultime ore e dove viveva con il fidanzato, un potentino.
Il giovane non risulta essere indagato, anche se nella giornata di sabato è stato ascoltato a lungo dagli inquirenti, che stanno cercando di capire cosa possa essere accaduto nell’appartamento dell’uomo.
Certo è che è stato lui a chiamare i soccorsi e i carabinieri, quando, poco dopo le due di notte, si è registrato il tragico episodio. Così, dopo una giornata di accertamenti, rilievi e testimonianze – anche incrociate – i carabinieri non hanno iscritto nessuno sul registro degli indagati e battono ogni pista, anche quella – ipotizzata inizialmente – che possa essersi trattato di un suicidio.
Dora Lagreca è precipitata da un’altezza di dodici metri e, prima di terminare la caduta sul prato sottostante, ha battuto violentemente la testa contro una parabola collocata su uno dei balconi dello stabile. Ed è stata quella ferita alla testa che le è stata fatale.
Come detto, subito dopo la caduta, è stato proprio il fidanzato a lanciare l’allarme. Sul posto è stato immediato l’arrivo di un’ambulanza del 118 e dei Carabinieri. Trasportata d’urgenza al San Carlo di Potenza, la ragazza è però morta qualche ora dopo, a causa delle molteplici ferite riportate in particolare alla testa.
I carabinieri, nella giornata di sabato, hanno interrogato una decina di testimoni, tra familiari, vicini di casa e amici. Perché, in effetti, tra i due ragazzi un litigio c’è stato e, stando alle testimonianze, anche piuttosto animato. I due fidanzati avevano trascorso fuori la serata, il venerdì sera. Sono tornati nella mansarda intorno alla mezzanotte e poi qualcosa è successo.
I vicini hanno sentito le urla, il litigio. Una discussione andata avanti per un paio d’ore. Poi – questo avrebbe raccontato il fidanzato ai carabinieri che ieri l’hanno interrogato – le urla di Dora, che minacciava di buttarsi giù. Lui – sempre secondo quanto raccontato – avrebbe tentato di afferrarla proprio mentre Dora scavalcava la ringhiera, non molto alta, del terrazzino della mansarda. Ma non ci sarebbe riuscito. Dora è precipitata giù e lui, nel tentativo di prestarle immediato soccorso, è scesa giù di corsa così com’era, senza scarpe.
«Stiamo ancora indagando e non è il caso di fare alcuna ipotesi. Stiamo ancora cercando di capire quello che è accaduto in quelle ore» ha detto Francesco Curcio, capo della procura di Potenza. Ma in molti, anche sui social, sposano un’unica pista: quella del femminicidio.
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