I tanti giovani che si sono ritrovati in Largo san Giovanni
2 minuti per la letturaPOTENZA – La festa classica, è vero, è mancata. Ma per il resto non è mancato niente in centro storico nella notte tra sabato e domenica. E, per l’ennesima volta, i residenti si vedono costretti a denunciare pubblicamente «l’assoluta mancanza di controlli in primo luogo e poi l’enorme disagio che la maleducazione dei ragazzi provoca in chi nel borgo antico vive».
Stando a quanto denunciato, l’alcol è scorso a fiumi sabato sera. «E spiace dover denunciare – dicono alcuni residenti – che è stata venduta birra e vino dai locali bar e pizzerie anche a ragazzi molto giovani. E non parliamo di diciassettenni, che magari uno può confondersi: abbiamo visto vendere birra a ragazzine di tredici anni. E capiamo bene che gli ultimi mesi sono stati molto difficili per gli esercenti, ma questo non giustifica l’assoluto dispregio di regole che vorrebbero che gli alcolici fossero venduti solo ai maggiorenni».
E, ovviamente, gli alcolici che circolano liberamente tra i ragazzini portano altre conseguenze: «Intorno alle 22 – raccontano – siamo stati costretti a chiamare la Polizia poco lontano dal Tempietto di San Gerardo: per ben due volte abbiamo assistito a risse tra minori. Una delle due volte erano protagoniste due ragazze, visibilmente ubriache. La cosa che davvero ci ha lasciato senza parole è che le due ragazzine si sono picchiate anche con una certa violenza come su un ring. Attorno il tifo dei compagni, che le incitavano a picchiarsi più forte. La polizia, che era di servizio in piazza Mario Pagano, non è arrivata poi con la necessaria celerità, come se ormai le nostre lamentele e chiamate le considerassero una rottura di scatole».
Un disagio che i residenti segnalano da anni ma a cui non si riesce a trovare una soluzione, neppure in una fase di restrizione come quella che stiamo vivendo: «Dicono che siamo in zona gialla e, quindi, delle limitazioni dovrebbero esserci. Ma avreste dovuto vedere l’assembramento di ragazzini a Largo san Giovanni: tutti l’uno sull’altro, più di un centinaio di ragazzi, molti dei quali senza mascherina. E non c’è stato nessuno, un vigile, un poliziotto o un carabiniere che si sia affacciato per vedere se le regole venivano rispettate. Quindi magari si fanno multe salate al povero ristoratore che, dopo mesi, ha nel locale due persone in più e poi si lasciano liberi questi ragazzi di stare l’uno sull’altro a decine».
E per non farsi mancare nulla, «quando i ragazzi vanno via restano come prove del loro passaggio le bottiglie di birra».
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