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L’Anpi e Rifondazione comunista contestano l’intitolazione del Belvedere Postiglione a un ex esponente neofascista deciso dalla giunta di centrosinistra di Potenza


POTENZA – Revocare l’intitolazione a Bonaventura Postiglione del belvedere di Montereale.
E’ questa la richiesta arrivata, ieri, dall’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi) della Provincia di Potenza e da Rifondazione comunista. A distanza di 72 ore dalla delibera con cui la giunta comunale di Potenza ha deciso di onorare il fondatore di Radio Potenza Centrale nonostante i suoi trascorsi politici con i neofascisti di Forza Nuova. Una richiesta notificata, per conoscenza, anche al prefetto di Potenza e alla Deputazione di storia patria che dovranno dire l’ultima parola sull’intitolazione. Verificando la fondatezza del presunto «primato radiofonico» dell’emittente di Postiglione, contestato, in maniera perentoria, sia da Anpi che da Rifondazione.

LA REAZIONE DELL’ANPI E LE REPLICHE DELLA “FAMIGLIA” POSTIGLIONE

Quasi immediata la replica di uno degli eredi dell’imprenditore radiofonico, Giuseppe Postiglione, che su Facebook ha accusato l’Anpi di «fare politica» con i soldi ricevuti dallo stato in qualità di «associazione d’arma». Mentre altri, su tutti il commissario del Parco nazionale dell’appennino Antonio Tisci, già direttore della tv della famiglia Postiglione, ha parlato di «odio» e di una sorta di disfattismo regionale per il disconoscimento di un presunto primato lucano. Mentre altri storici esponenti della destra della Basilicata hanno onorato la militanza di Postiglione senior e il suo contributo «quando ci fu bisogno di non fare morire la Fiamma Tricolore».

A far scattare la reazione dell’Anpi, in realtà, era stata anche la collocazione geografica del belvedere intitolato a Postiglione. Poco lontano dal monumenti ai caduti dove si celebrano le principali festività istituzionali.
«Con ancora più fermezza esprimiamo oggi la nostra contrarietà all’intitolazione a Nino Postiglione, candidato alle elezioni regionali del 2000 con Forza Nuova, di uno spazio all’interno del Parco di Montereale a Potenza, luogo in cui ogni anno celebriamo la fondazione della Repubblica italiana e la Liberazione dell’Italia dall’occupazione nazifascista».
Questa era stata la presa di posizione dell’associazione partigiani di Potenza, che già due anni orsono aveva criticato la scelta del consiglio comunale di intitolare a Postiglione la sala stampa affianco all’aula del parlamentino lucano.

L’INVITO AL SINDACO TELESCA DI RIVEDERE LA DECISIONE

Quindi l’affondo sul primo cittadino di Potenza, Vincenzo Telesca, già consigliere comunale del Pd poi transitato in Italia viva ed eletto sindaco come “civico di centrosinistra”. Molto vicino soprattutto a Giuseppe Postiglione.
«Oltre che inopportuna – ha dichiarato ancora Anpi, non è secondario sottolineare come la scelta dell’attuale sindaco, che tra l’altro si vide respingere la medesima richiesta dalla precedente amministrazione, sia anche debolmente fondata, poiché il primo segnale alternativo rispetto a quello della radio di Stato risale al marzo 1970 e appartiene a Radio Sicilia Libera, fondata dal sociologo e poeta triestino Danilo Dolci, a cui seguirono diverse altre esperienze comunque antecedenti a quella richiamata nella delibera della Giunta del Comune di Potenza del 28/12/2024».
Per queste motivazioni Anpi ha invitato il sindaco e la giunta comunale «a rivedere la decisione assunta», e ha chiesto «che prefetto e Deputazione di storia patria vigilino sulla corretta attuazione della normativa vigente in tema di toponomastica».

LINEA DURA ANCHE DA RIFONDAZIONE COMUNISTA

Molto duro anche il comunicato di Nicola Sardone, della segreteria regionale di Rifondazione comunista della Basilicata. «La giunta del Comune di Potenza il 28 dicembre 2024 delibera di intitolare a Nino Postiglione lo spazio del belvedere del parco Montereale. Il 23 dicembre 2024 in una nota sala ricevimenti nel territorio di Brindisi di Montagna si tiene un gran galà di premiazione di vip lucani organizzato dai figli di Nino Postiglione».
Questa la premessa di Sardone che ha tracciato un collegamento tra i due eventi raccontati dal Quotidiano del Sud.

«Antonio e Giuseppe Postiglione organizzano il “Premio internazionale Nino Postiglione” perché avrebbe dato vita alla prima radio libera in Italia. In realtà la prima radio libera ad entrare in attività è in Sicilia nel 1972, dopo il terremoto del Belice, mentre il segnale di radio Potenza centrale è attivato nel 1976. Fin qui la cosa avrebbe anche potuto non interessarci. Ci sono però cose che ci riguardano. Bonaventura Postiglione nel 2000 si candida a presidente della Regione con i neofascisti di Forza Nuova. La giunta comunale di Potenza detta di centro sinistra, con anche divisioni al suo interno, dà alta riconoscenza ad una persona non esattamente in sintonia con la Costituzione antifascista della Repubblica italiana. Inoltre nel luogo prescelto c’è il monumento ai caduti delle varie guerre nelle quali tanti potentini hanno perso la vita. Anche per questo l’intitolazione è del tutto inopportuna e pertanto ne chiediamo la revoca».

IL PREMIO POSTIGLIONE E LA VICENDA DEI FINTI FOTOGRAFI

«Non è tutto, c’è di peggio». Aggiunge ancora l’esponente della segreteria di Rifondazione. «All’evento del 23 dicembre dove c’è anche una utilizzazione abusiva del nome di due testate di giornali nazionali, (così apprendiamo da notizie di stampa), organizzato dai figli che sono stati oggetto di vicissitudini giudiziarie legate ad un porno ricatto ad un assessore comunale di Potenza nel 2014, dalle quali sono usciti in primo grado. Resta poi tutta la vicenda di uno dei fratelli legata alla presidenza del Potenza calcio. Tra i presenti all’evento del 23 dicembre e tra i premiati troviamo tre presidenti di Regione, Bardi, Pittella, De Filippo, il consigliere regionale Chiorazzo, il deputato già Ministro della Salute Speranza e tanti altri politici, sindaci, imprenditori, funzionari pubblici ed altro».

“UN VERGOGNOSO CONSOCIATIVISMO CHE PERVADE LA BASILICATA”

Dunque una riflessione finale su «cosa ci dicono i fatti su esposti».
«A nostro avviso questa è la fotografia di un vergognoso consociativismo che pervade la Basilicata tutta». Conclude Sardone. «Dall’accaparramento delle risorse pubbliche alla costruzione delle filiere del consenso, dai territori regalati alle multinazionali del petrolio alle regalie di proprietà pubbliche senza introiti per la Regione. Dalla sanità in spartizione tra conventicole all’università progettificio per remunerazioni private, da consulenze dai costi inimmaginabili all’assenza totale di una idea di futuro per questa nostra terra a cui hanno assegnato la condizione dello spopolamento in atto. In ultimo, non per importanza ma solo per l’ordine di tempo, ai cittadini dei 29 comuni che venivano serviti dalla diga della Camastra oggi si dà l’acqua del Basento che a detta della stessa Asp è a rischio di portare nelle case dei cittadini acqua inquinata dai veleni delle aree industriali di Tito e di Potenza».

«Noi stiamo con il comitato Acqua Pubblica Peppe di Bello che è contrario all’uso dell’acqua del Basento per gli usi umani». Aggiungono ancora da Rifondazione comunista. «Stiamo con i giovani che nei giorni scorsi anno organizzato il presidio antifascista a Lauria, con chi ha manifestato a Matera contro il genocidio dei palestinesi. Stiamo con gli operai di San Nicola di Melfi che vivono con il terrore di perdere il lavoro ed il salario. E stiamo con la gioventù che si mobilita per la scuola pubblica. Stiamo con chi da 6 lunghi anni si batte contro l’autonomia differenziata. Stiamo con gli agricoltori che senza politiche per l’adattamento ai cambiamenti climatici e sostegno al reddito sono destinati a soccombere».

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