Michele Lupo e Teresa D’Oronzio
3 minuti per la letturaSONO partiti sabato per Roma Michele Lupo e Teresa D’Oronzio, fondatori dell’Associazione Gian Franco Lupo “Un sorriso alla vita” – OdV, che stamattina riceveranno al Quirinale l’onorificenza dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, conferita “motu proprio” dal presidente Sergio Mattarella.
Per i due lucani «l’onore di essere fra i 33» scelti dalla prima carica dello Stato, come la coppia ha scritto su facebook in un messaggio rivolto ai soci e sostenitori: «Inutile dire che siamo molto emozionati per questo riconoscimento che mai avremmo pensato di ricevere – si legge nel post social –. Se ciò è potuto accadere lo dobbiamo in primis a Gian Franco, che sicuramente ci ha dato la spinta e la forza necessaria per far nascere l’Associazione che porta il suo nome e che opera ormai da 17 anni nel mondo del volontariato a sostegno della sanità lucana e non solo, della ricerca scientifica e della solidarietà senza confini. Dobbiamo dire grazie a voi tutti che da sempre avete creduto nell’Associazione (…). Per queste ragioni l’alta onorificenza che stiamo per ricevere la condividiamo con tutti voi che, con abnegazione e nel silenzio, lavorate al nostro fianco sempre con lo stesso entusiasmo».
L’associazione nasce dall’esperienza della famiglia di Pomarico, che ha inizio nel maggio 2003, quando Gian Franco, 10 anni, viene colpito da leucemia linfoblastica acuta. Dopo otto mesi di cure al Policlinico di Bari, Gian Franco, con la sua famiglia, si trasferisce nel moderno centro di ematologia pediatrica di Monza, fra i più all’avanguardia nel panorama nazionale ed europeo, in quanto nel meridione non esistono centri per effettuare il trapianto di midollo osseo, così la sofferenza provocata dalla malattia viene aggravata dal distacco dagli affetti.
A distanza di quasi un anno dalla scomparsa di Gian Franco, la famiglia non si chiude nella disperazione e nel giugno 2005 fonda, con il sostegno degli amici, l’Associazione Gian Franco Lupo – “Un sorriso alla vita”, che da allora rende fattiva e concreta la propria attività in progetti di solidarietà che non si sono fermati neppure con la pandemia, al contrario: quasi la metà degli oltre 70mila euro utilizzati nel 2020 sono stati destinati al sostegno delle strutture sanitarie lucane durante il Coronavirus, e il 21% è andato a un progetto di ricerca Sars-Cov2 nella Regione Veneto. Da sempre l’Associazione non fa mancare il suo sostegno ai piccoli pazienti oncologici lucani: ad oggi la somma impiegata allo scopo è di 82.435 euro.
Dal 2006 al 2020 sono stati finanziati progetti per oltre un milione e 270mila euro, non solo di formazione e informazione ma anche in ambito socio-culturale, con un predominante sostegno alla sanità lucana e non solo (iniziative a sostegno delle fasce più deboli di Chiapas, Kosovo, India e Burkina Faso). E soprattutto alla ricerca: Maristella Maggi, ricercatrice dell’Università di Pavia originaria di Metaponto, collabora con l’associazione dal 2016 e racconta con commozione al Quotidiano che «avevamo bisogno di supporto per la nostra ricerca e abbiamo avuto una donazione generosa. Ma al di là di questo, Michele e Teresa sono due persone fantastiche che ci hanno dato un supporto morale fondamentale con la loro storia, forza ed emozioni. Una spinta ad andare avanti che si propaga senza confini».
Maggi e altri ricercatori si sono concentrati sull’asparaginasi e un farmaco (usato contro la leucemia linfoblastica acuta, la stessa che colpì Gian Franco) non efficace per il 10% dei pazienti. «È una piccola percentuale – spiega Maggi – ma dobbiamo pensare anche a loro». Gian Franco rientrava in quella casistica, «e questo ci fa avvertire una vicinanza ancora più forte con i suoi genitori».
Oggi, grazie a un piccolo cambiamento nella sequenza, esiste una versione migliorativa del farmaco. Merito anche di Michele e Teresa. «Io voglio ringraziarli pubblicamente e credo che l’onorificenza che riceveranno al Quirinale è meritatissima». Lo pensano tutti i lucani. E non solo.
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