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POTENZA – «Non mi faccio intimorire o mettere sotto ricatto». Lo ha detto, raggiunto telefonicamente Camillo Naborre amministratore unico di Acta, in risposta a quanto sostenuto dai sindacati in una nota inviata ai media nei giorni scorsi. «Sugli stipendi li abbiamo “lavorati” aspettiamo la dotazione finanziaria. E’ un problema burocratico e mi sento di dire che è in via di risoluzione».

Su un punto è fermo. «Leggo che hanno chiesto un incontro. Ebbene solo qualche giorno fa ho avuto una interlocuzione dando la mia disponibilità a incontrarli. Poi leggo che io non li avrei voluti incontrare. Questo è inaccettabile. Mi rivolgerò alle segreterie regionali e con loro avvierò un dialogo». E aggiunge: «L’azienda non è in default, manca la liquidità.

Comunque il primo e il sei ottobre partiranno le lettere per i pagamenti della Taric. Quindi confidiamo di rientrare. Inoltre abbiamo presentato un piano di riequilibrio al nostro socio e cioè il Comune di Potenza che deve essere approvato. Piano già presentato anche ai sindacati. Non solo. A breve partirà la gara per affidare a una società per la riscossione coattiva per il recupero del pregresso dal 2008. Mancano all’appello ben 13.000.000 milioni di euro di tasse non pagate». I sindacati Fp Cgil, Fit Cisl e Uil Trasporti in una nota di qualche giorno fa avevano definito sempre più preoccupante la situazione all’Acta.


«Non sono stati ancora pagati gli stipendi ai circa 200 lavorati – avevano denunciato Michele Sannazzaro, Francesco Capasso e Gerardo Ligrani – sia gli operatori ecologici che i dipendenti utilizzati per i servizi di pulizia e quelli impegnati sul controllo del pagamento ticket, per la sosta in città, avanzano l’ultimo mese di retribuzione così come i lavoratori dell’indotto visto che le aziende esterne non sono state pagate e, a loro volta, non riescono a garantire la retribuzione ai loro dipendenti. L’assenza di una programmazione lungimirante crea, di nuovo, problemi: è probabile che presto in città si debba tornare a vedere i cassonetti stracolmi».

Secondo i sindacati è «necessario istituire un tavolo con Comune e Acta per affrontare definitivamente tutte le criticità rimaste irrisolte. Pertanto dalla settimana prossima metteremo in campo ogni azione possibile a tutela dei dipendenti dell’azienda e, se sarà necessario, proclameremo lo stato di agitazione di tutti i lavoratori».
La Taric, la tassa che dovrebbe portare liquidità all’Acta, non è stata pagata «e i soldi che il Comune di Potenza ha assegnato alla società non sono bastati per tutti i costi derivanti dal funzionamento del sistema di raccolta e smaltimento rifiuti». «Chiediamo di essere ascoltati anche dalla Commissione consiliare competente in materia – continuano i segretari – il Comune di Potenza deve prendere atto delle difficoltà di gestione e organizzazione dell’azienda al fine di intervenire con soluzioni definitive».


I sindacati di categoria, inoltre, nella nota hanno ricordato di aver più volte invitato l’amministratore dell’Acta a un confronto. Confronto che secondo le rappresentanze dei lavoratori, non è mai arrivato. Secondo le sigle sindacali infine «l’azienda è in default e continua a navigare a vista». «Non sappiamo fino a quando le aziende esterne potranno continuare a garantire i loro servizi e il rischio è di vedere accumularsi, ancora una volta, i rifiuti in città. La percentuale di raccolta differenziata è scesa e a due anni dall’insediamento del governo cittadino non sappiamo ancora se e quando saranno risolti i vecchi problemi legati alla carenza di impiantistica di cui il Comune di Potenza ha, più volte, annunciato di volersi dotare».

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Alfonso Pecoraro

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