X
<
>

Share
3 minuti per la lettura

Per il Consiglio di Stato non ci sono state illegittimità nella nomina della commissione: il concorso per il nuovo comandante dei vigili urbani di San Fele è regolare


POTENZA – Contrordine. Il concorso per il reclutamento del nuovo comandante dei vigili urbani di San Fele, vinto a marzo dell’anno scorso da Donato Gerardi, è regolare e valido a tutti gli effetti.
E’ quanto stabilito dal Consiglio di Stato. Rovesciando la sentenza con cui il Tar Basilicata, ad aprile dell’anno scorso, aveva accolto il ricorso presentato da uno degli aspiranti al posto di comandante, l’avvocato Franco Del Monte, dopo che si era visto assegnare un’insufficienza alla prova scritta. Quindi era stato impossibilitato a partecipare alla fase finale della selezione.

I giudici di Palazzo Spada hanno “smontato” il caso, finito al centro di un’accesa polemica tra la minoranza comunale guidata da Michele Sperduto, e il primo cittadino Donato Sperduto. Gli stessi Sperduto, omonimi ma non parenti, che l’8 e il 9 giugno si contenderanno con una terza candidata, Giusy Di Giacomo, la fascia tricolore nel piccolo centro della Valle di Vitalba.
Non vi sarebbe stata nessuna illegittimità, in particolare, nella nomina della commissione incaricata di vagliare la preparazione degli aspiranti. Nomina di cui si era fatto carico il segretario comunale, Giovanni Conte. Sostituendosi alla responsabile per il personale del Comune, assentatasi per ferie proprio quel giorno. All’indomani della designazione, da parte di quest’ultima, della commissione di un altro concorso bandito quasi in contemporanea.

CONCORSO VIGILI DI SAN FELE, I DUBBI DEGLI ACCUSATORI E DEL TAR

Per Del Monte, e il Tar Basilicata, quella sostituzione sarebbe stata illegittima. Poiché non essendovi «scadenze temporali inderogabili», o un inadempimento conclamato da parte della responsabile, si sarebbe dovuto aspettare il suo rientro dalle ferie.
Ma il Consiglio di Stato ha ritenuto «sanato» il vizio di competenza denunciato: «per effetto dei successivi atti posti in essere dall’organo che si assume competente (ossia, il responsabile del servizio), il quale ha dapprima provveduto a sostituire un membro dimissionario della commissione, senza nulla modificare quanto agli altri (…), e ha poi approvato tutti gli atti e i verbali della commissione stessa».

Pertanto, prosegue il Consiglio di Stato: «come correttamente ritenuto dalle parti appellanti, questi atti comportano una sostanziale ratifica dell’operato della commissione, come composta dai membri nominati dal segretario comunale, e quindi anche una implicita conferma della nomina di questi ultimi».

IL RAPPORTO TRA LORENZO E DEL MONTE

I giudici di Palazzo Spada hanno derubricato anche un secondo profilo di illegittimità rilevato dai magistrati amministrativi lucani. A proposito della nomina all’interno della commissione dell’ex comandante dei vigili urbani di San Fele, Antonio Lorenzo, che «avrebbe dovuto rinunciare a tale incarico» dopo aver preso contezza della presenza tra i concorrenti di Del Monte, con cui aveva un rapporto a dir poco problematico.

«In proposito – scrive il Consiglio di Stato – le parti appellanti hanno riferito che le denunce/querele, dalle quali simile situazione di “inimicizia” è stata fatta discendere, hanno avuto unilaterale provenienza (sono state presentate, cioè, unicamente dal candidato, mentre non ne risulterebbero sporte ad opera del commissario di concorso) e sono oltretutto significativamente risalenti nel tempo».
Riconoscendo credito a quanto affermato nell’appello proposto dal vincitore del concorso contesto, quindi, per i giudici amministrativi: «non si hanno elementi sufficienti per poter sostenere che il commissario di concorso serbasse, personalmente, un atteggiamento di inimicizia nei confronti del candidato ricorrente in primo grado».

Share

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE