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Rocco Leone

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La difesa dell’ex assessore Rocco Leone davanti al gup sull’accusa rivoltagli da Barresi: «Ho dovuto rimediare ai danni che faceva»


POTENZA – Il superteste dell’accusa, l’allora direttore generale del San Carlo Massimo Barresi, stava danneggiando l’azienda ospedaliera regionale. Per questo lui, da assessore regionale, ha fatto quello che poteva per evitare il peggio. Si è difeso così Rocco Leone, già assessore e consigliere regionale uscente di FdI, venerdì pomeriggio a Potenza davanti al gup Francesco Valente.
Leone, in campagna elettorale per un secondo mandato tra gli scranni di via Verrastro, ha raccontato la sua versione dei fatti addebitati.

Dopo la richiesta di rinvio a giudizio avanzata nei confronti di 27 persone nel processo nato dall’inchiesta sulla “mala politica lucana”. Incluso lui, il governatore Vito Bardi e altri 3 dei 5 componenti della sua prima giunta: l’attuale senatore Gianni Rosa (FdI), Franco Cupparo (Fi), e Francesco Fanelli (Lega). Più il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Francesco Piro, l’ex sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, il direttore generale del San Carlo, Giuseppe Barresi, l’ex capo dell’ufficio legislativo della presidenza della giunta regionale, Antonio Ferrara.

LEONE, L’ACCUSA DI BARRESI E LO SCONTRO SUGLI ANESTESISTI

Rispondendo alle domande del suo difensore, l’avvocato Nuccio Labriola, Leone ha ripercorso i rapporti difficili col direttore generale nominato, a legislatura ormai scaduta, dalla vecchia amministrazione di centrosinistra guidata dalla governatrice facente funzioni, Flavia Franconi. Ha raccontato dello scontro sulla gestione di alcuni anestesisti neo-assunti, dopo un drammatico rallentamento delle attività operatorie dovuto proprio all’assenza di specialisti in questo settore.

L’ex assessore ha riferito di aver raccolto le doglianze nel suo ufficio in Regione, dove la porta sarebbe stata «sempre aperta», dei capi dei vari dipartimenti disciplinari in cui è strutturata l’azienda ospedaliera regionale. Un fatto senza precedenti, anche questo, dovuto all’ indisponibilità all’ascolto di Barresi, che avrebbe messo anche una guardia privata all’ingresso del suo ufficio per impedire l’accesso di visitatori inattesi.

SENTITA ANCHE L’EX SINDACA DI LAGONEGRO MARIA DI LASCIO

Prima di Leone, durante l’udienza di venerdì, si era concluso un altro interrogatorio, quello dell’ex sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, ed era stato sentito anche l’attuale direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera. Mentre il capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Francesco Piro, ha fatto un passo indietro dopo aver chiesto di essere interrogato a sua volta.
Ultimate le attività in programma, quindi, il gup Valente ha rinviato l’udienza al 23 maggio per sentire altri 3 imputati che hanno chiesto di essere interrogati, incluso il senatore Rosa.

L’inchiesta dei pm di Potenza sulla “mala politica” lucana ruota attorno alle denunce di due supertestimoni, Barresi, e l’ex segretario particolare di Bardi, Mario Araneo, rispetto al progetto di ristrutturazione dell’ospedale di Lagonegro e sulla gestione complessiva della sanità in regione. Inclusa una presunta concussione mirata a far dimettere Barresi dalla guida del San Carlo.
Un secondo filone d’indagine, invece, ha preso di mira le corruttele che hanno segnato le elezioni comunali del 2020 a Lagonegro, che hanno visto imporsi Di Lascio.

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