La discarica di Atella
2 minuti per la letturaPOTENZA – Tutti assolti “perché il fatto non sussiste” per la presunta gestione «clientelare» dell’Ama, la società del Comune di Atella che gestisce la più importante discarica della Basilicata.
Si è concluso così, ieri a Potenza, il processo a carico degli ex responsabili di ragioneria e ufficio tecnico del Comune, Domenico Guidotti e Salvatore De Grazia, assistiti dagli avvocati Claudio Papagno e Gianfranco Robilotta; dell’ex funzionario Francesco Bonelli, e un altro funzionario comunale, nonché ex amministratore dell’Ama, Angelo Larotonda, entrambi assistiti dall’avvocato Sebastiano Flora, e dell’imprenditore lavellese Giuseppe Modugno, assistito dall’avvocato Pompeo Fortarezza.
Il collegio del Tribunale presieduto da Valentina Rossi ha accolto le richieste avanzate dai difensori, a cui si era associata, al termine del dibattimento, anche la pubblica accusa.
Le accuse andavano dall’abuso d’ufficio alla turbativa d’asta, passando per la corruzione e la concussione. Le indagini, condotte dai carabinieri del Comando provinciale di Potenza e del nucleo radiomobile di Melfi erano partite dalla denuncia di un ex consigliere comunale di maggioranza, poi passato all’opposizione, su una serie di assunzioni effettuate in Comune tra il 2013 e il 2014. Poi si sono allargate alla gestione di Ama srl, istituita a fine 2015.
Guidotti era accusato di abuso d’ufficio, in particolare, per l’assunzione del potentino Francesco Bonelli come «istruttore tecnico esperto nella gestione degli impianti». A entrambi, assieme a Larotonda, il pm contestava anche un altro abuso d’ufficio per una serie di assunzioni dirette nella società pubblica a favore di persone con «vincoli di parentela con il sindaco e altri assessori».
Il solo Bonelli, invece, era accusato di corruzione e turbativa d’asta perché avrebbe favorito l’impresa di Modugno, affidandole senza gara (con la complicità di De Grazia) il controllo della discarica (per un importo di 48mila euro), in cambio di un contratto di lavoro a tempo indeterminato. L’ipotesi di concussione, invece, si riferiva a quando avrebbe costretto l’ex gestore della discarica, Giovanni Basentini, ad assumere persone vicine al sindaco e a un assessore dietro la minaccia di «risolvere», in caso contrario, il contratto stesso di gestione della discarica.
Tutte accuse, queste, ritenute infondate dal Tribunale, ma che nel 2017 erano state poste a fondamento di un’ordinanza di misure cautelari nei confronti dell’allora sindaco di Atella, Nicola Telesca, prosciolto in udienza preliminare, e degli stessi Bonelli, Guidotti e De Grazia. Ordinanza confermata dal Tribunale del riesame, contro cui si è scagliato durante la discussione, soprattutto il difensore di Bonelli, l’avvocato Flora, evidenziando come alcuni assunti dall’accusa non solo non siano stati confermati dall’esame dei testi sentiti in dibattimento, ma siano stati radicalmente smentiti dagli stessi.
l.a.
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