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Operazione Malapolitica Lucana, scontro in aula al Riesame sulle accuse all’ex direttore generale dell’ospedale San Carlo, Giuseppe Spera
POTENZA – Riprenderà questa mattina l’udienza davanti al Tribunale del riesame di Potenza sulle misure cautelari eseguite il 7 ottobre nell’ambito dell’inchiesta sulla “mala politica lucana”. Mentre le decisioni sono attese al massimo entro dopodomani.
È questo l’esito di una giornata, quella di ieri nel palazzo di giustizia del capoluogo, particolarmente convulsa, in cui non sono mancati anche momenti ad alta tensione.
A dar fuoco alle polveri è stata la difesa del direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera, tuttora sottoposto alla sospensione dai pubblici uffici con l’accusa di aver offerto una sponda nell’azienda ospedaliera regionale alle corruttele di natura elettorale dell’ormai ex capogruppo di Forza Italia in Consiglio regionale, Francesco Piro, e dell’ormai ex sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio. Di qui l’accusa di concorso in corruzione per atti contrari al dovere d’ufficio.
LA DIFESA DI GIUSEPPE SPERA
Di fronte al collegio del Riesame presieduto da Aldo Gubitosi, infatti, gli avvocati Savino Murro e Maurizio Spera hanno sostenuto la nullità all’origine dell’ordinanza di misure cautelari emessa dal gip Antonello Amodeo. Prima ancora di scendere nel merito delle contestazioni al dg del San Carlo, e della ulteriore richiesta di arresti avanzata dal pm titolare dell’inchiesta, Vincenzo Montemurro, nei confronti suoi e degli altri destinatari della misura cautelare per i quali lo stesso gip ha ritenuto sufficiente un livello di restrizioni inferiore.
I due legali hanno evidenziato, in particolare, l’assenza all’interno del fascicolo messo a disposizione, prima del gip, e poi delle difese, delle trascrizioni integrali delle intercettazioni telefoniche citate nelle informative di polizia e carabinieri ai pm, e in seguito trasfuse nella richiesta e nell’ordinanza di misure cautelari.
Di fronte alla contestazione di una svista del genere nella gestione documentale dei fascicoli, però, il pm Montemurro, avrebbe ribattuto a muso duro, negando la circostanza. Di qui la sospensione dell’udienza per una verifica immediata, da cui è emersa la veridicità di quanto sostenuto dagli avvocati. Al che il collegio ha concesso al pm di integrare a stretto giro il fascicolo con la documentazione mancante, e ha aggiornato la seduta, appunto, a questa mattina. Per permettere agli avvocati di Spera di studiare nottetempo le trascrizioni in questione.
MALAPOLITICA LUCANA, GLI ALTRI INDAGATI APPARSI AL RIESAME OLTRE SPERA
Oltre ai difensori del dg del San Carlo, ieri sono comparsi in aula per chiedere l’annullamento delle misure cautelari, anche quelli dell’ormai ex sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, che si trova agli arresti domiciliari, e dell’ormai ex assessore regionale all’Agricoltura, Franco Cupparo, sottoposto al divieto di dimora a Potenza.
I legali di entrambi hanno contestato anche la richiesta di aggravamento delle misure cautelari sottoposta al Riesame dal pm. Come pure quelli dell’ex assessore regionale alla Salute, Rocco Leone, che è ancora consigliere regionale in carica, ma non può partecipare ai lavori del parlamentino lucano in quanto sottoposto al divieto di dimora nel capoluogo.
Dopo la discussione del suo legale, l’avvocato Nuccio Labriola, Leone, che era presente di persona in aula, ha anche chiesto e ottenuto di rivolgersi al collegio del Riesame.
«Io voglio fare il processo per dimostrare la mia innocenza e salvaguardare mia dignità di uomo e di professionista». Queste le parole che il consigliere meloniano ha indirizzato ai giudici contestando le considerazioni del pm sulle esigenze cautelari alla base della misura cautelare in essere nei suoi confronti. In particolare sul rischio che intessa «rapporti e contatti con persone tuttora oggetto di investigazioni nel presente procedimento, con elevato pericolo di inquinamento probatorio».
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