Polizia e Carabinieri davanti la sede della Regione Basilicata
INDICE DEI CONTENUTI
Malapolitica in Basilicata, l’inchiesta è partita dalle denunce dei supertesti Barresi, ex dg del San Carlo, Araneo, ex segretario di Bardi
POTENZA – Per l’ex direttore generale del San Carlo, Massimo Barresi, in Regione Basilicata sarebbe esistito: «un vero e proprio gruppo di potere in grado di orientare l’azione amministrativa al raggiungimento di comuni fini personali politici ed elettorali in violazione delle norme poste a presidio dei principi di economicità imparzialità e buon andamento (…) dell’azione della pubblica amministrazione».
LEGGI ANCHE: Terremoto in Basilicata, arrestati e indagati diversi politici lucani
Ma non solo. Perché per l’ex capo della segreteria del governatore Vito Bardi, Mario Araneo, a via Verrastro avrebbe agito anche «una compagine», più o meno sovrapponibile al «gruppo di potere» di cui sopra, «che quotidianamente offendeva la reputazione e la professionalità del dottor Barresi, e contemporaneamente si attivava per attuare tutti i procedimenti relativi alla sua decadenza».
MALAPOLITICA IN BASILICATA, LE DICHIARAZIONI DEI SUPERTESTI
Sono queste dichiarazioni, quelle di Barresi e Araneo, assieme a centinaia di ore di intercettazioni telefoniche e ambientali, l’architrave dell’inchiesta della procura di Potenza sulla gestione della sanità lucana che ieri ha portato all’esecuzione dell’obbligo di dimora nei luoghi di residenza per l’assessore regionale all’Agricoltura, il forzista Franco Cupparo, e l’ex assessore alla Sanità e attuale consigliere regionale di Fratelli d’Italia, Rocco Leone, più il divieto di dimora a Potenza e la sospensione dai pubblici uffici per il direttore generale del San Carlo, Giuseppe Spera. Oltre agli arresti del capogruppo di Forza Italia in Regione, Francesco Piro, dimessosi poche ore dopo dall’incarico di consigliere regionale, e della sindaca di Lagonegro, Maria Di Lascio, al centro anche di un secondo filone di indagine su favori e intercessioni scambiati con pacchetti di voti in occasione delle elezioni comunali svoltesi nel 2020 nel centro valnocino.
LEGGI ANCHE: Blitz in Basilicata, ordinanze cautelari contro i big della politica regionale
Nell’ordinanza a firma del gip Antonello Amodeo si legge di una prima denuncia formalizzata dall’ex dg del San Carlo a novembre del 2019, dopo l’esplosione di una serie di problematiche all’interno dell’azienda ospedaliera sfociate nel blocco delle attività della terapia intensiva neonatale e nella riduzione delle attività operatorie a causa dell’assenza di anestesisti.
Ai pm Barresi avrebbe segnalato i solleciti ricevuti dall’assessore regionale alla Salute, Rocco Leone, ad assecondare la volontà di un’anestesista neo-assunta nella definizione della sua sede di lavoro, per evitare che scappasse fuori regione come avvenuto, e avviene ancora, per tante professionalità di cui è carente la sanità lucana.
LA DENUNCIA CHE HA SUSCITATO I DUBBI DEGLI INQUIRENTI
Gli inquirenti, ad ogni modo, avrebbero preso molto sul serio la denuncia del dg napoletano nominato a fine 2018 dall’ex governatrice reggente Flavia Franconi, a legislatura ormai scaduta, a scapito di una professionalità interna allo stesso San Carlo come Giuseppe Spera. Lo stesso dg che in seguito si sarebbe reso protagonista di una serie di iniziative alquanto discutibili. Incluso l’avvio di azioni legali contro la Cgil e la quasi totalità della stampa locale “colpevole” di aver dato conto di alcuni comunicati sindacali in cui si evidenziavano una serie di criticità nella gestione dell’azienda ospedaliera. Fino all’annullamento della sua nomina da parte del Tar che ha accolto il ricorso presentato da Spera giudicandola non motivata in maniera adeguata.
ARANEO E LE DICHIARAZIONI A SOSTEGNO DELLA TESI DEL GRUPPO DI POTERE
A corroborare la tesi del «gruppo di potere» coalizzato contro il dg per motivi tutt’altro che encomiabili, quasi due anni e mezzo dopo, c’ha pensato l’ex capo della segreteria di Bardi, Araneo, allontanato nell’autunno del 2021 dai vertici della Regione dopo le notizie pubblicate dal Quotidiano del Sud a proposito dei furbetti del vaccino.
Araneo, che in precedenza aveva fatto parte anche della segretaria di un governatore di centrosinistra, Vito De Filippo, da cui si era congedato per un’altra vicenda alquanto antipatica, legata a un’accusa di peculato sulle ricariche per i telefonini, ha parlato di una compagine anti-Barresi, che sarebbe stata guidata dai due assessori di Forza Italia, Franco Cupparo e Rocco Leone (un seguito transitato in Fratelli d’Italia) e che sarebbe stata animata da ragioni riconducibili «alle mancate adesioni del Barresi alle continue richieste di sistemazione di amici che provenivano dagli assessori e/o richieste inerenti la regolamentazione dei cospicui interessi sottesi alla realizzazione del nuovo ospedale di Lagonegro secondo il volere degli stessi assessori».
«Politicamente – ha aggiunto Araneo – il presidente Bardi non aveva la forza di opporsi alle volontà innanzitutto del Leone e del Cupparo ed anche del Piro per cui non era in grado di prendere una autonoma decisione sulle sorti del direttore generale Barresi con il quale aveva persino un buon rapporto di facciata».
MALAPOLITICA IN BASILICATA, IL GIP CREDE ALLE DICHIARAZIONI DEI SUPERTESTI
Per il gip, insomma, le dichiarazioni dell’ex segretario del governatore rappresenterebbero l’«ulteriore conferma delle commistioni tra concussioni induzioni indebite e attività politica volta a coltivare l’accrescimento del potere personale e degli appartenenti alla cerchia».
Di recente Barresi è stato citato a giudizio dalla procura regionale della Corte dei conti per presunto un danno erariale da 419.570 euro per l’affidamento a una ditta esterna del “Servizio di prevenzione e protezione dai rischi”, che in precedenza veniva svolto da personale interno al San Carlo, incentivato con appena 75mila euro all’anno, diretto dal suo “rivale” Spera.
L’ex direttore, che attualmente guida l’ufficio Direzione amministrativa dell’Ospedale del mare di Napoli, è a processo davanti al Tribunale di Potenza anche per un’ipotesi di falso e abuso d’ufficio in relazione all’assegnazione delle responsabilità di direttore della neonatologia del San Carlo, senza dare “pubblicità al posto resosi disponibile”.
COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA