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Angelo Salinardi

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POTENZA – Via da Potenza anche il presidente del collegio “B” del Tribunale penale di Potenza, il giudice Federico Sergi: l’altro magistrato intercettato con l’imprenditore ed ex sindaco di Ruoti Angelo Salinardi.

È questa la proposta che la terza commissione del Consiglio superiore della magistratura, competente per l’accesso nel ruolo e la mobilità delle toghe, ha inviato nei giorni scorsi al plenum dell’organo di autogoverno dei giudici.

SISTEMA SALINARDI VIA UN ALTRO GIUDICE: LA DELIBERA DEL CSM

La relativa delibera dovrebbe essere votata oggi dal plenum di Palazzo dei marescialli, ma data la lunghezza dell’ordine del giorno non è escluso uno slittamento a domani. Sicché verrebbe discussa quasi in contemporanea alla proposta di trasferimento «d’ufficio» del presidente del Tribunale del riesame di Potenza, Aldo Gubitosi, finito a sua volta sotto scrutinio per i rapporti con Salinardi.
Nella bozza predisposta dalla terza commissione del Csm si spiega che a chiedere il trasferimento, lo scorso 27 giugno, è stato lo stesso Sergi.

Un trasferimento «in prevenzione», a essere precisi, a seguito dell’apertura di un distinto procedimento nei suoi confronti davanti alla I commissione per incompatibilità ambientale.

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Acquisita la richiesta, infatti, la I commissione del Csm, competente per le cause di incompatibilità dei magistrati, ha già dato via libera al trasferimento. Non appena arriverà l’approvazione del plenum, quindi, la pratica di incompatibilità dovrebbe essere archiviata de plano, senza definirla né in un senso né nell’altro, essendo venuta meno la componente “ambientale” della presunta incompatibilità.

Nel testo in votazione questa mattina non vengono indicati i motivi alla base dell’apertura della pratica in prima commissione. La tempistica, tuttavia, appare sovrapponibile con quella della pratica aperta a febbraio nei confronti di Gubitosi, in seguito a un articolo del Quotidiano del Sud intitolato “Tutti gli amici magistrati di Salinardi” in cui venivano menzionati entrambi.

SISTEMA SALINARDI LE INTERCETTAZIONI CON IL GIUDICE

Nell’articolo in questione si dava conto, in particolare, di alcuni dialoghi registrati dalle microspie piazzate nella Fiat Panda dell’imprenditore ed ex sindaco di Ruoti, sotto inchiesta da parte dei pm di Potenza per la persecuzione scatenata nei confronti dei suoi avversari politici, corruzione e altro.

Tra le voci di quanti conversavano con Salinardi gli investigatori avevano riconosciuto senza grande difficoltà quelle del presidente del Riesame, Gubitosi e del presidente del collegio “B” del Tribunale di Potenza, Sergi. Non foss’altro che per alcuni degli argomenti trattati col primo, attinenti alle vicende di alcuni magistrati in servizio in via Nazario Sauro, e per i commenti sul secondo affidati a un terzo interlocutore del sindaco imprenditore. Nonché presunto complice nella persecuzione dei suoi avversari politici. Vale a dire l’ex consigliere regionale, nonché referente regionale di Centro democratico e capo ufficio stampa della Provincia di Potenza, Luigi Scaglione.

LA TRAMA SU RIMBORSOPOLI

Dopo un incontro conviviale, apparentemente casuale, tra Sergi, Salinardi e lo stesso Scaglione, le microspie piazzate nella Panda avrebbero registrato un evidente imbarazzo di quest’ultimo per essersi ritrovato davanti il presidente del collegio del Tribunale che lo aveva appena prosciolto, per prescrizione, dalle accuse di concorso esterno in associazione a delinquere. Nell’ambito di un processo sui rapporti tra la mala potentina e la politica nato dalla collaborazione con la giustizia, nel 2010, dell’ex boss Antonio Cossidente. Stesso giudice, peraltro, che di lì a qualche settimana avrebbe dovuto pronunciarsi (come poi ha fatto) anche su un secondo processo avviato alla prescrizione, ribattezzato calciopoli, in cui Scaglione risultava imputato assieme all’ ex patron del Potenza calcio, nonché editore radio e web, Giuseppe Postiglione.

A preoccupare più di tutto l’ex consigliere regionale, ad ogni modo, sarebbe stato un terzo processo, ribattezzato “rimborsopoli”, in cui era imputato davanti al collegio presieduto dal medesimo Sergi, assieme a una trentina di altri ex consiglieri ed ex assessori regionali. Tra i quali il deputato Vito De Filippo, l’ex governatore Marcello Pittella (Pd), il renziano Luca Braia, pure consigliere regionale in carica, e l’attuale vicesindaco del Comune di Potenza, Michele Napoli (FdI). Un processo, quest’ultimo, che ha preso di mira le spese pazze affiorate dai rendiconti sui soldi messi a disposizione dal parlamentino lucano per l’esercizio del mandato dei suoi membri elettivi.

In risposta alle preoccupazioni di Scaglione, le microspie della squadra mobile hanno registrato la disponibilità di Salinardi a provare a suggerire in qualche modo all’amico giudice di «trascinare alla prescrizione» anche questo processo, perché «questo se ti deve fare un piacere te lo fa… e senza dirgli niente».

SALINARDI E LO SCONTO SULL’AUTO PER IL GIUDICE

Quale fosse la confidenza tra il magistrato e l’ex sindaco-imprenditore, d’altro canto, era apparso chiaro agli investigatori già il mese prima, quando le stesse microspie avevano captato il secondo offrire al primo i suoi consigli sull’acquisto di una nuova auto. Consigli e un «super sconto» sul prezzo da pagare, che Salinardi si sarebbe caricato, in «amicizia», simulando la riparazione del furgoncino di una delle sue aziende da parte della concessionaria prescelta.

In risposta a tanta generosità mostrata dall’ex sindaco, Sergi non avrebbe avuto la prontezza di rimetterlo al suo posto, anzi l’avrebbe ringraziato convenendo «che poi tutto torna nella vita», e che questo è «quello che molta gente non capisce». Gente, «che magari è irriconoscente…»

Negli atti già desecretati dell’inchiesta della procura di Potenza non risulta che l’offerta del «super sconto» abbia avuto seguito.

Un paio di giorni dopo quel dialogo intercettato tra Scaglione e Salinardi, poi, l’imprenditore avrebbe ricevuto una soffiata sulle indagini in corso (si sospetta da un carabiniere amico di una sua parente, ndr), e sarebbe riuscito a individuare le microspie. Quindi il tono delle conversazioni all’interno dell’auto sarebbe cambiato in maniera evidente.

L’ASTENSIONE

Delle intercettazioni tra Salinardi – il giudice Sergi e Scaglione si era occupato sempre il Quotidiano del Sud in un secondo articolo, sempre di febbraio, intitolato: «Volevano affondare “rimborsopoli”».

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«All’indomani» della pubblicazione, Sergi aveva presentato richiesta di astensione dal processo sulle spese pazze di consiglieri ed ex consiglieri regionali lucani. Una richiesta subito accolta dal presidente del Tribunale di Potenza, sebbene non risulti che Salinardi abbia in concreto provato a suggerirgli di dilatare oltremodo i tempi per arrivare alle prescrizione.

A marzo il nome del giudice tarantino, in servizio a Potenza ormai da diversi anni, era riapparso nelle cronache anche in relazione a un secondo caso oltremodo scottante, che ha coinvolto in prima persona l’avvocato rionerese Antonio Murano.
Sarebbe stato proprio lui, infatti, a trasmettere in procura il verbale di un’udienza in cui Murano non si era presentato per un impedimento di natura sanitaria.

Impedimento ritenuto fasullo dalla procura che sulla scorta di quel verbale d’udienza lo ha messo sotto inchiesta per falso e fatto visitare d’urgenza da un medico dell’Asp, scatenando la reazione dell’avvocatura potentina che ha dichiarato 8 giorni di astensione.

Nella richiesta di trasferimento Sergi aveva chiesto di essere destinato al Tribunale di Brindisi, dove l’organico risulta carente di ben 7 giudici. La destinazione prescelta, quindi, è stata assentita dalla terza commissione anche alla luce del punteggio «del concorso virtuale» per l’assegnazione di quei 7 posti in cui Sergi è risultato l’unico partecipante..

LA POSIZIONE DI GUBITOSI

Diversa, invece, la situazione di Gubitosi, che ha optato per difendersi fino in fondo nel procedimento sulla sua presunta incompatibilità, che la I commissione ha ravvisato sostanzialmente in due circostanze.

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In primis la richiesta a Salinardi, intercettata dalle solite microspie, di assumere una conoscente, e poi le scarne motivazioni addotte nella richiesta di astensione dal collegio che ha giudicato sul ricorso dello stesso Salinardi, contro gli arresti spiccati nei suoi confronti a febbraio. Richiesta respinta dal presidente del Tribunale, ignaro dei rapporti confidenziali tra i 2, creando non poco «imbarazzo» nell’ambiente all’indomani della pubblicazione degli articoli del Quotidiano.

Né la proposta di trasferimento d’ufficio di Gubitosi, né quella, assai più succinta, di trasferimento «in prevenzione» di Sergi, fanno alcun riferimento ai teoremi comparsi su altre testate locali, peraltro sfiorate proprio dall’inchiesta su Salinardi, per i quali le notizie pubblicate sul Quotidiano, tratte da atti già a disposizione degli indagati, avrebbero costituito violazioni del segreto istruttorio pilotate per alimentare uno scontro nella magistratura potentina.

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