Il Tribunale di Potenza
2 minuti per la letturaPOTENZA – No all’astensione del presidente del Tribunale del riesame, Aldo Gubitosi, dall’udienza sull’arresto dell’ex sindaco di Ruoti, Angelo Salinardi. È quanto disposto dal presidente facente funzioni del Tribunale di Potenza, Rosario Baglioni, respingendo l’istanza di astensione presentata dallo stesso Gubitosi, in ragione dei rapporti di conoscenza con Salinardi.
Rapporti “fotografati” anche in una delle intercettazioni a sostegno delle misure cautelari eseguite, giusto due settimane fa, nei confronti dell’ex sindaco di Ruoti e altre 15 persone. Di fronte a giudici di libertà compariranno anche i difensori di alcuni degli altri indagati, assieme a quelli di Salinardi. Vale a dire gli avvocati Leo Chiriaco e Donatello Cimadomo. Ma è chiaro che il grosso della partita si giocherà attorno alla posizione dell’ex sindaco, che è accusato di atti persecutori nei confronti dell’attuale prima cittadina, Anna Maria Scalise, e di corruzione. Sia per le presunte mazzette date per accaparrarsi le commesse nell’indotto Stellantis, che quelle ricevute come ricompensa per i favori concessi al gestore della casa di riposo comunale di Ruoti.
Negli atti a sostegno delle misure cautelari spiccate dal gip Antonello Amodeo sono diversi magistrati citati: vuoi perché intercettati mentre conversano con Salinardi, vuoi perché è lui che ne parla. Il caso più eclatante è quello del presidente del collegio “B” del Tribunale di Potenza, Federico Sergi, con cui l’ex sindaco, parlando a una non meglio identificata «Maria Rosaria», spiega di non volersi fare vedere in giro per non alimentare sospetti di imparzialità. Specie dopo che avrebbe condannato «un paio di volte» il suo acerrimo nemico, nonché assessore della giunta Scalise, Franco Gentilesca.
A fine giugno 2020, inoltre, lo stesso Sergi è stato intercettato all’interno dell’auto di Salinardi, che risulta essersi offerto, a titolo di «amicizia», di contribuire all’acquisto della nuova Mercedes del magistrato, caricandosene una parte del costo. Il tutto tramite una fattura che l’officina della concessionaria prescelta avrebbe dovuto emettere come spesa per la riparazione – fittizia – di un furgoncino di proprietà di una delle aziende gestite da Salinardi. Un’offerta, quella dell’ex sindaco, che il giudice non deve aver considerato del tutto fuori luogo, dal momento che le microspie hanno captato, subito dopo, i suoi ringraziamenti («grazie mille»), e una chiosa sul fatto «che poi tutto torna nella vita», e che questo è «quello che molta gente non capisce». Gente, «che magari è irriconoscente…».
Negli atti non risultano riscontri sull’acquisto dell’auto da parte di Sergi, o iscrizioni di ipotesi d’accusa di alcun tipo a carico suo, di Gubitosi o altri magistrati in servizio nel distretto lucano. Trattandosi di magistrati in servizio in Basilicata, tuttavia, sarebbero competenti a indagare i pm guidati dalla procura della Repubblica presso il Tribunale di Catanzaro, guidati dal procuratore Nicola Gratteri.
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