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E’ stato dichiarato inammissibile l’appello proposto dalla Procura di Siena attraverso il gip Ilaria Cornetti (che ha ereditato da Alessandro Buccino Grimaldi) sull’ordinanza che aveva respinto in blocco le richieste avanzate dai magistrati circa le misure di tipo interdittivo e di sospensione temporanea di licenze, concessioni e autorizzazioni a carico delle undici società coinvolte nell’inchiesta “Hidden Partner”, l’indagine che ipotizza reati di riciclaggio internazionale e corruzione.

Stiamo parlando dell’inchiesta che vede coinvolti Sielna Spa, del magnate kazako Igor Bidilo, ristorante il Campo, il Potenza del presidente Salvatore Caiata, difeso da Lorenzo De Martino e Donatello Cimadomo, e La Cascina.

L’appello era stato proposto alla metà del mese di agosto ed è stato discusso questa mattina. Era relativo all’ordinanza dello scorso 13 luglio (successiva alla discussione tenutasi ad inizio maggio) quando il giudice, motivando le singole decisioni, rigettò in blocco le istanze di natura cautelare per tutte le società, che si trovano coinvolte nell’inchiesta, ai sensi della legge 231 sulla responsabilità degli enti. Prevalse la linea difensiva per la quale si era dimostrato che le società non avessero tratto nessun vantaggio dalle presunte attività illecite.

Nella vicenda non è la prima volta che la difesa di Caiata ha la meglio sull’accusa. Infatti già era stata respinta la prima richiesta di misure interdittive (arresto e sequestro quote) poi fu chiesta la misura interdittiva contro il Potenza (la sospensione di autorizzazioni e licenze necessarie per esercitare l’impresa, il divieto di concludere contratti con la pubblica amministrazione, lo stop all’erogazione di finanziamenti pubblici). Ma per questa richiesta era necessaria l’udienza ed a luglio è stata nuovamente respinta. Ed avverso questa decisione fui proposto ad agosto appello, la cui decisione di inammissibilità è arrivata oggi.

Riepilogando la storia della vicenda, l’operazione ‘Hidden partner’, portata avanti dalla Guardia di Finanza, aveva sollevato il velo sulle attività in Italia del magnate kazako Igor Bidilo e della società Sielna, di cui detiene l’80% del capitale, che controlla marchi prestigiosi della ristorazione. Nel mese di marzo del 2021 il gip Alessandro Buccino Grimaldi chiese misure pesanti che avrebbero ricadute gravi sull’attività delle società coinvolte e tra queste anche il Potenza, mentre per il presidente Caiata si chiedeva l’arresto e il sequestro delle quote. Più in generale per le 11 società interessate era stata chiesta la sospensione di autorizzazioni e licenze necessarie per esercitare l’impresa, il divieto di concludere contratti con la pubblica amministrazione, lo stop all’erogazione di finanziamenti pubblici di cui eventualmente godevano.

Il presidente del Potenza ha detto: “Ero fiducioso e sono molto soddisfatto per come sono andate le cose. E’ l’ennesimo appello che è stato rigettato, credo che lo stato delle cose sia abbastanza evidente e non vado oltre ad esprimere pareri sulla situazione che si è creata”.

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