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L’ingresso principale del cimitero di San Rocco

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POTENZA – Da una parte ci sono salme seppellite “illegalmente” nei loculi oggetto dell’inchiesta della Procura della repubblica di Potenza del novembre del 2017 sulla compravendita illegale di loculi al cimitero monumentale di San Rocco e dall’altra c’è un’amministrazione comunale che a tutt’oggi ha continuato ad avallare un abuso visto che in quei loculi ci sono salme che, viste le modalità adottate dai parenti per venire in possesso delle sepolture, è brutto a dirsi non hanno diritto a stare dove si trovano tutt’ora visto che al Comune non è stato pagato quanto dovuto per le concessioni trentennali.

Concessioni trentennali per le quali bisogna pagare circa 4 o 5 mila euro per ogni loculo. In questo modo l’amministrazione comunale si trova ancora con un mancato introito di non poco conto visto che i loculi che erano stati venduti illegalmente non sarebbero stati pochi. Non solo. Bisogna anche tener conto di quanti magari vorrebbero chiedere al Comune un loculo in concessione al cimitero di San Rocco ma non possono farlo perché quei loculi sono occupati senza che vi siano state richieste formali che ovviamente chi li ha avuti pagando le mazzette ora non può certo richiederli.

Da qui un’interrogazione dei consiglieri di centrosinistra Vincenzo Telesca, Andretta Bianca, Angela Blasi, Roberto Falotico, Francesco Flore, Angela Fuggetta, Rocco Pergola e Pierluigi Smaldone che hanno chiesto al sindaco, Mario Guarente, e alla giunta di sapere «quanti sono in tutto i loculi interessati da compravendita/concessione non autorizzata dal Comune di Potenza» quanti «di questi loculi sono liberi e immediatamente concedibili ai richiedenti», quanto invece «sono irregolarmente occupati» e quali «sono le intenzioni del Comune nella gestione dei predetti loculi e in che tempi».

I consiglieri di centrosinistra, che hanno presentato l’interrogazione urgente che si spera sarà discussa durante la prossima seduta di consiglio comunale in programma il prossimo 20 gennaio, hanno anche fatto notare come quei loculi «oggetto dell’illecita compravendita oggetto dell’inchiesta della Procura» avrebbero dovuto «tornare in possesso dell’amministrazione comunale mentre sono ancora occupati irregolarmente» mentre altri «sono tutt’ora liberi». Visto che per legge «il Comune è il soggetto deputato a concedere l’uso dei loculi e delle cappelle cimiteriali» non si comprende «come amai a oggi l’amministrazione non ha disposto alcun atto di concessione per i loculi interessati dall’indagine». Di fatto quei loculi avrebbero dovuto essere liberati in modo poi da potere essere dati in concessioni a coloro che «legalmente avessero chiesto la concessione pagando all’amministrazione quanto dovuto».

Probabilmente anche il responsabile dei servizi cimiteriali del Comune o l’attuale custode non si sono attivati per adottare le opportune procedure. E pensare che a oggi c’è più di qualcuno che, dopo avere scoperto che i resti di un congiunto era stati dissotterrati e messi nell’ossario comunale senza che fosse giunto avviso tramite telegramma per la procedura che si doveva comunque espletare, dopo svariati mesi dalla richiesta protocollata al Comune di accesso agli atti attende ancora una risposta.

Risposta che comunque non potrà mai restituire i resti del parente a quei familiari che dalla sera alla mattina si sono ritrovati i resti rimossi e “buttati” nell’ossario e questo perché agli interessati non sono giunti i telegrammi né tanto meno è stato concesso l’accesso agli atti per verificare cosa è andato storto nelle opportune comunicazioni. Qualora queste davvero ci siano state e soprattutto ci siano state secondo le modalità previste dalla legge.

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Eugenio Furia

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