X
<
>

L’auto di Salvatore Laspagnoletta

Share
2 minuti per la lettura

POTENZA – E’ attesa nei prossimi giorni la decisione del gip Lucio Setola sull’istanza di revoca degli arresti domiciliari per il 30enne melfitano Salvatore Laspagnoletta, finito in carcere a fine gennaio, e dopo due settimane agli arresti domiciliari, per aver investito e ucciso con la sua Fiat Punto il 39enne di Rionero Fabio Tucciariello. Durante i tragici fatti avvenuti nella piazzola davanti allo scalo di Vaglio.

RIPERCORRI LA VICENDA GIUDIZIARIA LEGGENDO TUTTI GLI ARTICOLI DEL QUOTIDIANO

A chiedere la liberazione del 30enne è stato l’avvocato Gerardo Di Ciommo, dopo che il pm Antonio D’Antona, il procuratore aggiunto di Potenza, Maurizio Cardea, e il procuratore distrettuale Francesco Curcio, hanno stralciato la sua posizione da quella di 25 tifosi della Vultur Rionero, accusati di aver teso un agguato al corteo dei rivali gialloverdi in viaggio per seguire la loro squadra del cuore a Melfi.

Per questi ultimi il gip ha disposto anche il giudizio immediato con l’inizio del dibattimento il 10 giugno. Con le accuse di tentate lesioni, danneggiamento, violenza privata e porto di armi improprie. Ma nel capo d’imputazione si conferma che l’aggressione in strada ai tifosi rivali del Melfi, nella prima domenica in cui entrambe le squadre giocavano in trasferta, sarebbe stata «preordinata, pianificata e organizzata», con tanto di sopralluogo. Un’aggressione che ha costituito «una situazione di serio pericolo per l’incolumità pubblica e individuale» da cui è scaturita la morte di Tucciarello.

A Laspagnoletta veniva contestato, invece, di aver accettato «il rischio» di investire qualcuno con la sua Punto Abarth, fuggendo dalla piazzola all’altezza dello scalo di Vaglio dove i tifosi della Vultur si erano appostati per assalire il corteo dei melfitani in viaggio al seguito della loro squadra verso Tolve (sul posto sono stati trovati anche un tirapugni di acciaio e un pesante svita bulloni, oltre a decine di bastoni di plastica dura utilizzati come porta bandiere).

A suo favore, però, è intervenuta la relazione preliminare del consulente tecnico dei pm, depositata al Riesame, che ha ha paventato la possibilità che Laspagnoletta abbia effettivamente guidato alla cieca, dopo la rottura del tergicristallo dell’auto per una bastonata inferta dalla prima linea degli ultras del Rionero. Senza vedere, quindi, né Tucciariello né gli altri tre che sarebbero stati colpiti dall’auto durante la fuga. Tesi ulteriormente avvalorata dal Riesame, che ha concesso gli arresti domiciliari a lui come al grosso dei tifosi rioneresi.

Share
Eugenio Furia

COPYRIGHT
Il Quotidiano del Sud © - RIPRODUZIONE RISERVATA

Share
Share
EDICOLA DIGITALE