Il tribunale di Potenza
2 minuti per la lettura POTENZA – L’ex dirigente dell’Unep della Corte di appello di Potenza e un assistente della stessa Corte – Pasquale Guglielmo Di Gioia e Claudio Giangrande – sono agli arresti domiciliari nell’ambito di due inchieste coordinate dalla Procura distrettuale del capoluogo lucano: il primo è accusato di peculato aggravato e continuato, il secondo di favoreggiamento personale e peculato aggravato e continuato.
L’accusa nei confronti di Di Gioia si riferisce all’uso illecito di somme di denaro (per oltre 70 mila euro) di cui aveva la disponibilità in ragione delle sue funzioni. Lo riceveva dagli avvocati a avrebbe dovuto versarlo alle Poste: le indagini (portate avanti dalla Guardia di Finanza e dalla Polizia, che oggi hanno eseguito gli arresti dei due indagati) sono cominciate dopo una segnalazione delle presidenza della Corte di appello, che aveva rilevato «gravi irregolarità ed ammanchi nella gestione del denaro che doveva essere utilizzato per il pagamento delle notifiche». In questo ramo dell’inchiesta è indagato un altro funzionario dell’Ufficio notificazioni esecuzioni e protesti – che si sarebbe appropriato di settemila euro – per il quale il gip ha ritenuto però insussistenti le esigenze cautelari. Parte del denaro è stato restituito da Di Gioia ma è stato comunque eseguito un sequestro preventivo per equivalente per circa 30 mila euro.
L’arresto di Giangrande è da mettere in relazione con quello, avvenuto a Potenza il 17 ottobre scorso, per corruzione, dell’avvocato civilista Raffaele De Bonis, tuttora ai domiciliari (LEGGI LA NOTIZIA). Giangrande è accusato di favoreggiamento per aver «bonificato» lo studio di De Bonis, al quale era «molto legato», da eventuali microspie; e di peculato per «essersi impossessato di marche da bollo per migliaia di euro (rinvenute presso la sua abitazione) che i legali depositavano presso la cancelleria; e per abuso in atti d’ufficio, «per aver omesso di ritirare le marche da bollo in tutti i procedimenti civili patrocinati da De Bonis». Giangrande, sempre per assecondare De Bonis, avrebbe anche sostituito alcune pagine dei fascicoli processuali civili dell’avvocato.
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