Da sinistra in senso orario: la sede dell’Azienda sanitaria di Potenza, Agostino Meale e Pietro Quinto
4 minuti per la letturaNel 2010 Meale fu commissario anche in un concorso in Regione: a vincerlo la compagna del senatore Chiurazzi, legatissimo all’ex dg
POTENZA – Il sistema dei favori, dati e ricevuti, di Pietro Quinto arrivava ben oltre i confini territoriali dell’Azienda sanitaria di Matera. Così il suo professore preferito, Agostino Meale, quello che aveva fatto da relatore della tesi al figlio, sarebbe stato ricompensato con degli incarichi legali da Potenza. D’altra parte erano anni che da Bari si spostava per lavoro nel capoluogo lucano, d era già stato anche commissario in un concorso del Consiglio regionale, vinto tra le contestazioni dalla compagna dell’onorevole Carlo Chiurazzi, «lo zio senatore» del giovane Quinto.
Avrebbe esercitato «pressioni» anche sull’azienda sanitaria di Potenza l’ex commissario straordinario dell’Asm, in carcere da venerdì con l’accusa di abuso d’ufficio, falso e corruzione.
Ne sono convinti gli inquirenti che hanno intercettato una serie di telefonate all’indomani della laurea del figlio in cui «vezzeggia» l’allora direttore amministrativo dell’Asp e le chiede di verificare «quella cosa di cui parlò Meale» sentendosi dire per risposta che ne avrebbe dovuto parlare con l’ufficio legale.
Quinto avrebbe insistito anche quando da Potenza gli avrebbero chiesto tempo chiedendo alla direttrice amministrativa dell’Asm, Maria Benedetto, di riferire alla sua omologa che lui «a questa cosa ci tiene».
In seguito l’ex commissario avrebbe richiamato l’Asp per ringraziare, avendo avuto rassicurazioni dall’allora dg, Giovanni Bochicchio («m’ha detto Gianni che avevi diciamo preso a cuore la questione»).
Così gli investigatori hanno avviato una serie di accertamenti mirati scoprendo che l’incarico in questione avrebbe riguardato un ricorso in Cassazione su un’ordinanza della Corte d’appello che aveva respinto, perché depositato fuori tempo massimo, un altro ricorso affidato allo stesso Meale,
«Da quanto sopra – annota il gip – emergono evidenti responsabilità professionali dell’avvocato Meale che, se non sottaciuti, avrebbero potuto non solo ledere la sua immagine professionale ma anche esporlo a giudizi di responsabilità di varia natura».
«Ma vi è di più – annota il gip Rosa Nettis nell’ordinanza di misure cautelari eseguita venerdì scorso – in quanto il “mobilismo” di Quinto, citato dalla Benedetto in una conversazione di cui si è fatto cenno alludendo alla sua capacità di essere trasversale, gli ha consentito di ringraziare anche il dominus di suo figlio, l’avvocato – omissis -, ma non potendolo fare come Asm Matera ha ben pensato di coinvolgere ancora una volta l’Asp di Potenza».
D’altronde chi sponsorizzava uno dei candidati delle selezioni Asm che secondo i pm sarebbero state truccate, era proprio l’allora direttore generale dell’Asp, Bocchicchio (attualmente ai vertici del Crob di Rionero).
Così Di Cagno nella determina di affidamento dell’incarico è diventato un «professionista di conosciuta esperienza» benché non risulta che avesse percepito redditi dall’Asp «almeno sin dall’annualità 2013 come anche non risultano redditi derivanti da prestazioni professionali rese a favore di altre Aziende sanitarie». Tant’è vero che «non risulta inserito» nemmeno dell’elenco di avvocati a disposizione dell’Asp «per il conferimento di incarichi legali e di patrocinio». A differenza di Meale che invece a Potenza era ben noto da tempo.
Nel 2010 il professore di diritto amministrativo dell’Università di Bari era stato anche membro del concorso per l’assunzione di 3 nuovi dirigenti al Consiglio regionale: una selezione che avrebbe scatenato una ridda di ricorsi al Tar e poi in Consiglio di stato, dove sono stati tutti respinti in via definitiva.
Meale aveva sostituito il rettore dell’Università di Bari, Antonio Uricchio, che aveva rinunciato all’incarico «per impegni professionali» assieme all’attuale direttore amministrativo del San Carlo, Maddalena Berardi, finita a sua volta ai domiciliari venerdì scorso, che all’epoca si astenne perché tra i concorrenti c’era un suo parente.
Ieri Uricchio ha confermato a Repubblica di essere stato alla festa di laurea del figlio di Quinto, assieme agli ospiti di cui l’ex commissario Asm anticipava la presenza al telefono: come il governatore Marcello Pittella e il commissario dell’Asl di Bari Vito Montanaro (entrambi ai domiciliari). Oltre ovviamente allo stesso Meale.
Poi ci sarebbe stato lo «zio senatore», identificato dagli inquirenti nell’ex parlamentare lucano Carlo Chiurazzi (Pd), che è anche il compagno dell’attuale dirigente dell’Ufficio sistemi culturali e turistici della Regione, Patrizia Minardi, uno dei vincitori di quel concorso del 2010.
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