L'Aula del consiglio regionale lucano
2 minuti per la letturaLa Corte dei Conti della Basilicata ha condannato il governatore lucano per «il danno prodotto» all’ente per l’uso di rimborsi riservati a consiglieri e amministratori tra il 2010 e il 2012. Ecco assolti e condannati
POTENZA – La Corte dei Conti della Basilicata ha condannato il governatore lucano, Marcello Pittella (Pd), a restituire 20.274,88 euro a titolo di risarcimento per «il danno prodotto alla Regione» per l’uso di rimborsi riservati a consiglieri e amministratori tra il 2010 e il 2012, ovvero nella nona legislatura regionale quando era prima consigliere e poi assessore. «Erano spese istituzionali e quindi legittime», hanno ribadito i legali di Pittella.
Nella sentenza depositata ieri la stessa sezione regionale della Corte dei Conti ha assolto l’attuale Sottosegretario alla Salute, Vito De Filippo (Pd) per spese riferite allo stesso periodo, quando ricopriva la carica di Presidente della Regione.
I legali di Pittella, Raffaele De Bonis e Luca Di Mase, in una memoria presentata ai giudici contabili nel corso delle udienze, avevano anche evidenziato che tutti i documenti relativi ai rimborsi erano «inerenti alla sua attività istituzionale e di rappresentanza, e di raccolta delle esigenze della collettività lucana». Per gli avvocati, inoltre, la condotta di Pittella «appare immune da censure», ed era «conformata a una prassi più che costante la quale, comunque, non ha mai ricevuto rilievi da parte degli organi di controllo, ossia l’Ufficio di Presidenza del Consiglio Regionale, né tantomeno in occasione delle approvazioni dei bilanci».
Il prossimo 22 novembre, inoltre, è prevista l’udienza di appello, alla Sezione centrale della Corte dei Conti, relativa a una precedente condanna (riferita agli anni tra il 2009 e il 2010) in base alla quale il governatore (all’epoca consigliere regionale) dovrà risarcire altri seimila euro. I due avvocati hanno quindi sollevato un rilievo collegato alle diverse norme che disciplinano i rimborsi, ovvero quelle del 2000 (poi sostituite da una legge del 2012), con le prime che «per la loro strutturazione – secondo gli avvocati – potrebbero aver consentito un’attività di rimborso delle spese che, magari adesso, non è più ritenuta legittima ma che, invece, sotto la loro vigenza potrebbe esserlo stato»: in particolare, il testo del 2000 «prevedeva come unico onere in capo al Consigliere che ‘”utta la documentazione giustificativa” fosse a lui “intestata”».
GLI ALTRI NOMI Oltre a De Filippo, la Corte dei Conti ha assolto anche altre tre persone, mentre in totale ne sono state condannate 22 (con risarcimenti compresi fra i tremila e i 27mila euro). Tra i politici condannati a risarcire ci sono l’attuale presidente del Consiglio regionale, Franco Mollica (Udc), che dovrà restituire poco meno di 18mila euro, l’attuale assessore lucano all’Agricoltura Luca Braia (Pd), che dovrà risarcire circa 12.600 euro, e il parlamentare Vincenzo Folino (Sinistra Italiana), per una somma di 3.700 euro circa.
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