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Inchiesta petrolio, l’ex manager è stato sentito a Potenza come persona informata dei fatti: secondo i magistrati sarebbe il «dottor Viola» che compare in alcuni passaggi delle intercettazioni della «cricca»
POTENZA – Si è avvalso della facoltà di non rispondere il commissario straordinario dell’Autorità portuale di Augusta (Siracusa), Alberto Cozzo – indagato dalla Procura di Potenza nell’ambito del filone «siciliano» dell’inchiesta sulle estrazioni di petrolio – presentando una memoria difensiva ai magistrati del «pool» potentino: lo ha reso noto il suo legale, Dario Pastore, uscendo dal Palazzo di giustizia del capoluogo lucano.
Nel pomeriggio è stato ascoltato ascoltato Vincenzo Armanna, ex manager Eni, che secondo i magistrati sarebbe il «dottor Viola» che compare in alcuni passaggi delle intercettazioni della «cricca del petrolio». Armanna è rimasto davanti ai magistrati lucani per circa quattro ore, ascoltato come persona informata dei fatti. Si è presentato da solo, senza l’assistenza di un avvocato. Al termini del colloquio con i magistrati è uscito con un volto più sereno. Da quello che è trapelato, sembra che Armanna abbia risposto a tutte le domande, fornendo molti dettagli. Tornando a Cozzo, nella memoria presentata dal suo legale sono stati spiegati i passaggi che riguardano la concessione di un pontile dell’area: «Crediamo di aver dimostrato documentalmente – ha precisato Pastore – che i presunti ostacoli al rilascio della concessione in favore dell’unica ditta privata che aveva presentato istanza, ovvero la Decal, non sono mai provenuti dall’Autorità portuale ma da altre autorità, ovvero lo Stato maggiore della Marina militare e l’assessorato regionale all’energia».
Secondo Pastore, inoltre, «è impensabile che Cozzo abbia potuto turbare la scelta del contraente», precisando che per ottenere il titolo concessorio (secondo i magistrati l’obiettivo era di favore invece la società Alfa Tanko, collegata alla “cricca» capeggiata da Gianluca Gemelli) sono richiesti «dieci pareri di altrettante autorità, con un procedimento che sarebbe durato non meno di due anni: come si può pensare quindi di favorire un’altra società, ovvero l’Alfa Tanko, che non aveva neppure presentato alcuna istanza di concessione, e se non c’erano nemmeno i pareri favorevoli?».
E’ stata quindi «ribadita l’estraneità di Cozzo – ha detto il legale – e ci siamo riservati di farci sentire non appena sarà emesso l’avviso di conclusione delle indagini perché dobbiamo conoscere gli elementi di accusa, che a oggi non conosciamo se non dalla stampa».
Pastore ha quindi spiegato che Cozzo «è amareggiato dall’intera vicenda» e sulla presunta pressione del «clan» sul ministro delle infrastrutture, Graziano Delrio, per la nomina di Cozzo a commissario, l’avvocato ha spiegato che «la nomina non è per concorso, ma politica, come tante in Italia, e le relazioni sono intrattenute con soggetti istituzionali: Gemelli era il numero due di Confindustria a Siracusa, ovvero uno di quei soggetti istituzionali che devono proporre al Ministro la terna dei nomi. Non ci nascondiamo dietro un dito, Cozzo ha caldeggiato la sua nomina, ma da qui a dire che sarebbe stata la contropartita per altri favori ce ne vuole – ha concluso l’avvocato – e non c’è un elemento, a quanto ci risulta, in grado di provarlo».
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