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Crisi automotive, Cessazione dell’attività per l’azienda di Melfi, licenziamento per i 56 addetti della Fdm. Si occupava di logistica per Stellantis. Ricerca di altre commesse vana
Pessime notizie piovono ancora sul polo auto lucano e la crisi automotive: la Fdm, infatti, un’azienda che opera nella logistica nella zona industriale di San Nicola di Melfi, ha dichiarato la cessazione dell’attività. Questo vuol dire il licenziamento collettivo dei 56 dipendenti, per i quali la cassa integrazione scadrà a febbraio 2025.
«Per l’11 novembre è convocato il tavolo tra le parti sociali in Confindustria e lì apriremo la discussione su Fdm e la cessazione delle attività», ha spiegato Giovanni Ottomano, della segreteria Fim Cisl Basilicata. Secondo lui su questa vicenda «ha comunque gravato molto anche la semplificazione del processo produttivo che ha messo in atto Stellantis che, pur necessario per essere competitivi, ha fatto in modo che ci siano meno sequenziamenti, quindi di riflesso meno lavoro per le aziende di logistica».
Una situazione che si è man mano ingarbugliata negli anni, a causa della riduzione dei componenti affidati in sub-appalto. Senza considerare il quadro generale di crisi dell’intero settore automotive che versa oggi in una situazione di generale difficoltà. Nel tempo l’azienda avrebbe cercato anche altre commesse in settori diversi dall’auto, ma invano. «Abbiamo poi un incontro molto importante al Ministero (delle Imprese e del Made in Italy, ndr) il 14 novembre e ci aspettiamo un accordo di programma tra Governo, Stellantis e sindacato – ha proseguito Ottomano – che metta in sicurezza tutti gli stabilimenti italiani.
Se non facciamo questo accordo siamo fuori: le aziende dell’indotto hanno bisogno di commesse e quindi di conseguenza anche le aziende della logistica. Abbiamo bisogno della politica. Anche l’Europa deve fare di più: servono fondi specifici per il settore automotive. Non ci è per niente piaciuto il taglio drastico che è stato fatto. Ci aspettiamo molto dal tavolo del 14, altrimenti rischiamo davvero una catastrofe».
La Fdm si occupava della gestione logistica dei componenti necessari all’assemblaggio delle vetture prodotte a Melfi.
«Per noi non è una notizia», dice invece la segretaria di Fiom Cgil Basilicata, Giorgia Calamita. «Abbiamo denunciato questa situazione da diverso tempo. Abbiamo fatto anche uno sciopero nazionale rispetto a questo tema proprio perché chiediamo un tavolo a livello nazionale. Ma nel frattempo però ci hanno tolto i finanziamenti.
Aggiungo poi che abbiamo un problema anche qui in Regione: hanno fatto una campagna mediatica per cui ci sarebbe stata la possibilità di allungare gli ammortizzatori sociali, visto che hanno dichiarato che questa è un’area in crisi. Però ad oggi nonostante gli annunci ci troviamo di fronte al fatto che l’area di crisi complessa è una bolla dove dentro non c’è nulla. È una bolla di sapone. I lavoratori stanno perdendo salari ed occupazione. Noi rivendichiamo invece la possibilità di dare un valore concreto al tavolo che abbiamo aperto due anni fa alla Regione, dove si è avviato un percorso per l’area di crisi complessa: ma in realtà non è ancora definito nulla, tanto è vero che i lavoratori stanno uscendo. E non sono i primi. Ne abbiamo già altri che sono usciti dal ciclo produttivo del mercato dell’Automotive».
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C’è una quasi certezza che nella ruota dei veicoli è disponibile altra energia non utilizzata. Potrebbe prolungare ulteriormente la durata di una carica ,oppure, rendere necessario meno batterie diminuendo il costo finale delle auto. Ricordiamoci che ogni ruota spinge a terra per almeno 300 kg di peso per l’aderenza. Se funziona, potrebbe essere un grosso vantaggio per le utilitarie.che non esistono più. Ma nessuno vuole sperimentare, alla faccia della “RICERCA”.
Provate a immaginare una ruota di bicicletta che ha come raggi 6 pompe di bici all’interno di 6 molle collegate ad un pallone.Per lo schiacciamento continuo di circa 2 cm nella rotazione che non rallenta la bici, secondo voi il pallone si gonfia?
E se al posto delle pompe per bici mettiamo degli ammortizzatori elettrici o delle bobine elettromagnetiche si produce,gratis ,energia disponibile per prolungare la carica delle batterie?
Sono come il filosofo( a 70 anni non mi ricordo più il nome), che con la lampada in mano cercava” l’Uomo”.
Ci provate anche Voi? Grazie potrebbe essere utile a tanti.